Ordine d’arrivo:
1° Sergei Firsanov (Gazprom Rusvelo) 4h55’45”
2° Francesco Gavazzi (Androni Sidermec) a 25″
3° Mauro Finetto (Unieuro Wilier Trevigiani)
4° Pierpaolo Ficara (Amore&Vita)
5° Matteo Busato (Southeast Venezuela)
6° Antonio Santoro (Meridiana Kamen)
7° Simone Petilli (Lampre Merida)
8° Hugh Carthy (Caja Rural Seguros RGA) a 35″
9° Daniele Ratto (Androni Sidermec) a 1’02”
10° Marco Tizza (Area Zero D’Amico Bottecchia)
Dopo la Settimana Internazionale di Coppi e Bartali, Sergei Firsanov (Gazprom RusVelo) si è preso anche il Giro dell’Appennino. Alla sua maniera. Con una cavalcata solitaria, culminata a braccia alzate sull’inedito traguardo di Chiavari (Ge). Alle spalle del trentatreenne russo la volata del drappello degli immediati inseguitori ha consegnato il piazzamento d’onore a Francesco Gavazzi (Androni Sidermec) e il terzo gradino del podio a Mauro Finetto (Unieuro Wilier Trevigiani).
IL CORAGGIO DI ATTACCARE – Sole a sprazzi, pioggia a tratti e vento hanno fatto da sfondo ai 196,6 chilometri partiti da Serravalle (Al) e approdati sul Lungomare Cristoforo Colombo della città genovese dopo una gimcana su e giù per le asperità liguri (sei i Gran Premi della Montagna in programma). I primi tentativi della giornata sono andati in scena su una Bocchetta spettrale, avvolta in un nugolo di nubi bassissime e foschia, grazie al coraggio di Angel Madrazo (Caja Rural) e Vitaliy Buts (Kolss-BDC), indi a provarci da lontano è stata la coppia Michele Gazzara (Norda MgK Vis)-Pierpaolo Ficara (Amore & Vita), ripresi anche loro dopo 141 chilometri di gara.
Con 35 chilometri ancora da pedalare, l’azione tentata da Eduard Prades (Caja Rural) ha permesso agli spagnoli di accarazzare l’idea del bis dopo la vittoria di Omar Fraile nel 2015, ma la risposta secca e decisa di Firsanov ha scritto un finale diverso sulla 77esima edizione della classica ligure. Il russo ha scelto le rampe della salita di Ruta di Camogli, a ventimila metri dalla fettuccia bianca, per sorprendere gli avversari e riportarsi sul battistrada insieme a Pierpaolo Ficara (il primo a perdere contatto da quella che era diventata l’avanguardia) lasciando, poi, l’iberico sui pedali per involarsi tutto solo verso l’ultima ascesa, Le Grazie, e il trionfo. A nulla è valsa la strenua rincorsa di un gruppetto forte di una ventina di atleti, i cui scatti e controscatti nelle fasi di congedo si sono rivelati valevoli solamente per la spartizione delle piazze di consolazione.
FIRSANOV ANCORA RE – Dall’Emilia-Romagna alla Liguria, il risultato non è cambiato. A svettare più in alto di tutti sul palco delle premiazioni è stata nuovamente la figuara snella (58 chilogrammi spalmati su un metro e settanta di altezza) del ragazzo di Velikie Luki, a sud di San Pietroburgo, che vive e si allena sul Lago d’Iseo. “Sono molto contento. In questo periodo sto benissimo e oggi la squadra ha lavorato per me, facendo un ottimo lavoro.” Firsanov è tutto un sorriso. “Dopo la Coppi e Bartali sono andato in Sicilia ad allenarmi. Da martedi correrò al Giro del Trentino, poi non so ancora quali saranno i programmi prima del Giro d’Italia. Lì è difficile dire se potrò puntare o meno alla classifica generale, visto che non ho mai fatto una gara di tre settimane. Proverò di sicuro a vincere una tappa.”
GAVAZZI E FINETTO, MEDAGLIE “AMARE” – “E’ un secondo posto amaro”. Un barlume di delusione negli occhi ha accompagnato il racconto di Francesco Gavazzi. “Firsanov è partito al momento giusto. Noi ci siamo guardati, ci siamo curati. E lui è andato. E’ dal 2012 che non riesco a vincere, ma sono sempre li davanti. Prima o poi le cose gireranno anche dalla mia parte. E anche la… fortuna!” Magari, già in Trentino, a Dunkerque o al Giro del Belgio, che saranno le prossime mete del portacolori Androni Sidermec.
“Nel finale, con la volata sono partito lungo e Gavazzi ha fatto una bella rimonta,” ha spiegato Mauro Finetto. “Per me, comunque, è meglio fare terzo che secondo. Firsanov mi è partito davanti agli occhi – ha proseguito il veneto classe 1985 – ma non ho potuto seguirlo. Avevo paura di ‘saltare’ e ho preferito aspettare. Ho pensato ‘ci sono ancora venti chilometri, è lunga’. E’ stata lunga solo per noi. Comunque posso solo fargli i complimenti. Ora si pensa al Giro del Trentino – che correrà con la Nazionale, ndr -. Lì ci sono gli scalatori, ma una o due tappe potrebbero andare bene per me. Poi, con la Maglia Azzurra sulle spalle si è sempre motivati al 110 per cento.”
Da Chiavari, Silvia Tomasoni
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