Ordine d’arrivo:
1° Pello Bilbao (Caja Rural Seguros RGA) 4h18’51”
2° Josè Goncalves (Caja Rural Seguros RGA) a 10″
3° Mauro Finetto (Unieuro Wilier)
4° Przemyslaw Niemiec (Lampre Merida)
5° David Arroyo (Caja Rural Seguros RGA) a 13″
6° Ricardo Vilela (Caja Rural Seguros RGA)
7° Quentin Pacher (Delko Marseille KTM)
8° Jaime Roson (Caja Rural Seguros RGA)
9° Ilia Koshevoy (Lampre Merida) a 17″
10° Remy Di Gregorio (Delko Marseille KTM)
Classifica generale:
1° Przemyslaw Niemiec (Lampre Merida)
2° Pello Bilbao (Caja Rural Seguros RGA) a 6″
3° Josè Goncalves (Caja Rural Seguros RGA) a 11″
4° Mauro Finetto (Unieuro Wilier Trevigiani) a 16″
5° Quentin Pacher (Delko Marseille KTM) a 19″
6° David Arroyo (Caja Rural Seguros RGA)
7° Ricardo Vilela (Caja Rural Seguros RGA)
8° Jaime Roson (Caja Rural Seguros RGA)
9° Nikita Stalnov (Astana) a 28″
10° Sylwester Szmyd (CCC Sprandi Polkowice) a 35″
Parola ai protagonisti, al termine della seconda tappa del Giro di Turchia. “Sono venuto qui parecchio motivato – fa notare in sala stampa Pello Bilbao, vincitore della tappa e uno dei punti di forza dell’iberica Caja Rural-Seguros Rga -, questa è una corsa speciale per me. Lo scorso anno ho ottenuto una grande vittoria a Selcuk, anche se ero già uscito di classifica a causa di una foratura. Accadde a 60 chilometri dall’arrivo di Elmali, la velocità era elevata, c’era forte vento e mi fu impossibile rientrare tra i battistrada. Così, i propositi di un buon piazzamento finale andarono in fumo. Ora chissà… Mi propongo di lottare per il successo finale ma fare programmi a lunga scadenza è forse inutile. Meglio vivere alla giornata e vedere che cosa può accadere tappa dopo tappa. Temo la salita finale di Elmali, è forse troppo dura per le mie caratteristiche, mentre la tappa finale a Selçuk è meno impegnativa dell’arrivo insidioso del 2015”.
La supremazia finale della sua squadra è così riassunta, nei pensieri del 26enne basco. “Quella che si è creata oggi era una grande opportunità per la Caja Rural. Credo che ognuno di noi cinque compagni di squadra, ritrovatisi in testa nel giro conclusivo, avesse opportunità per spuntarla. Ma per ragion di squadra qualcuno si è piegato ad una logica del collettivo. Per questo mi sento di ringraziare i miei compagni, hanno svolto un grande lavoro. Fossi stato da solo magari avrei provato a vincere scattando ai meno due chilometri, ma in tali condizioni era necessario, probabilmente vitale, ponderare bene ogni azione. La mia condizione? E’ molto buona, così come lo era un anno fa. Vengo dal Giro dei Paesi Baschi e dalla Vuelta Castilla y Leon dove sono andato molto bene e solo la Movistar è stata superiore alla mia squadra”.
Gli chiedono se abbia avuto modo di guardare l’incantevole paesaggio in cui la corsa si è svolta: “Sì, ma solo nei primi due giri. Ho comunque percepito di essere in un posto di straordinaria bellezza. Tre anni fa ero in vacanza a Istanbul e contavo di allungarmi in Cappadocia ma non fu possibile. Questa è stata una buona occasione per scoprire questi meravigliosi scenari”.
Przemyslaw Niemiec è felice di aver conservato la maglia azzurra di leader, seppur per soli sei secondi. “L’obiettivo che mi ero posto in mattinata è stato raggiunto – spiega il polacco della Lampre-Merida -. E’ una bella sensazione guidare la classifica di una corsa a tappe, erano sette anni che non mi capitava (dalla Route du Sud del 2009, che poi vinse) e spero di giocarmi questa posizione fino al termine del Giro. Oggi è stata dura, la Caja Rural ha uno squadrone da far paura e nel giro conclusivo hanno fatto vedere di che pasta sono fatti. Ritrovarsi in 14 battistrada con cinque di loro lasciava poco spazio ad iniziative personali. A causa del forte vento ho dovuto cambiare strategia: anziché stare a ruota ho fatto la mia parte per tirare, affinché non si creassero ulteriori frazionamenti tra di noi. La mia squadra ha lavorato molto bene, almeno fino al penultimo giro eravamo compatti. Fosse rimasto con noi anche Petilli, che nel finale si è un po’ perso avremmo forse potuto contrastare la supremazia della Caja Rural. Sapevo che gli spagnoli avrebbero attaccato e in quel momento era estremamente difficile controllare tutti. Bravissimo è stato il mio compagno Koshevoy, che ha tirato come un matto fino al traguardo. E’ un ragazzo che sta crescendo molto bene e lo ha dimostrato anche al Tour de San Luis (dove in salita è arrivato appena dietro a Nairo Quintana, ndr). Merita che stasera gli paghi una birra. In discesa il vento creava pericoli e in uno sbandamento creato dalle folate è caduto Szmyd. Per fortuna sono riuscito ad evitarlo ma in generale essere leader di una corsa a tappe genera molto stress. Domani mi auguro che sia una giornata per noi più tranquilla”.
da Kapadokya, Gianpaolo Grossi