Ordine d’arrivo:
1° Mark Cavendish (Dimension Data) 2h32’21”
2° Elia Viviani (Team Sky)
3° Andrea Guardini (Astana)
4° Jakub Mareczko (Wilier Southeast)
5° Jean Pierre Drucker (BMC)
6° Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo)
7° Christohper Latham (Team Wiggins)
8° Michael Kolar (Tinkoff)
9° Steele Von Hoff (One Pro Cycling)
10° Magnus Cort Nielsen (Orica BikeExchange)
Classifica generale:
1° Mark Cavendish (Dimension Data)
2° Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo) a 4″
3° Jens Keukeleire (Orica BikeExchange) a 5″
4° Elia Viviani (Team Sky) a 6″
5° John Degenkolb (Giant-Alpecin) a 8″
6° Andrea Guardini (Astana) a 10″
7° Dion Smith (One Pro Cycling)
8° Christohper Latham (Team Wiggins) a 14″
9° Jean Pierre Drucker (BMC)
10° Michael Kolar (Tinkoff)
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La rivincita, all’Abu Dhabi Tour, Mark Cavendish se l’è presa alla prima occasione disponibile. L’ex iridato della Dimension Data, terzo alle spalle di Nizzolo e Degenkolb nella frazione introduttiva, sulla linea bianca della Capitale non ha sbagliato nulla, sfoderando la potenza dei giorni migliori e una fiammata irresistibile.
Nello sprint massivo, andato in scena al termine dei 115 km – piatti come un biliardo – partiti e approdati ad Abu Dhabi, un agguerritissimo Elia Viviani, dopo aver “aperto le ostilità” della volata partendo da lontano, ha provato a contenere il ritorno del fuoriclasse britannico chiudendo, poi, il testa a testa in seconda posizione. Italia anche sul terzo gradino del podio, dove è salito Andrea Guardini, quarta piazza per il bronzo under di Doha (Qatar) Jakub Mareczko.
Grazie agli abbuoni Cavendish ha vestito la Maglia di leader della generale togliendola dalle spalle di Giacomo Nizzolo, rimasto un po’ “intruppato” e finito sesto, anche se, domani, la tappa regina ridisegnerà la classifica.
FUGA BEFFATA – Il secondo tracciato della gara asiatica è stato animato dalla fuga a sei di Jens Keukeleire (Orica), Eugert Zhupa (Wilier Southeast), Dion Smith (One Pro Cycling), Samuel Williams (One Pro Cycling), Jan Polanc (Lampre Merida) e Stanislau Bazkhou (Minsk), l’unico ad aver preso contatto a una ventina di km dalla fine. L’avanscoperta del drappillino ha tenuto con il fiato sospeso sino all’ultimo e fatto penare non poco il gruppo per il riaggancio, avvenuto in extremis a 350 metri dal traguardo.