“Continuerò a correre finchè pedalare non mi pesa e mi diverto. Non voglio avere rimpianti quando scenderò di bicicletta”. La voce è quella di Davide Rebellin: mentre si racconta alla platea delle Glorie Veronesi il suo viso è sereno, il suo sguardo determinato.
25 ANNI DOPO – Davanti a questi “grandi ex” delle due ruote scaligere si era già presentato quando aveva appena 18 anni: era il 1989, ancora due anni e avrebbe spiccato il salto nel mondo del ciclismo che conta diventandone attore protagonista. In questi 25 anni il mondo è cambiato, ciò che non è cambiata è, invece, la passione di Davide Rebellin: “Alla mia età devo curare i minimi particolari per essere competitivo ma lo faccio con piacere perchè è la mia passione. Non mi pesano le ore di allenamento e nemmeno i sacrifici. Ho una squadra che mi lascia tutto lo spazio che cerco e che mi sostiene, cosa potrei chiedere di più?”
Il 9 agosto compirà 45 anni eppure gli stimoli non mancano. “Ci sono tante corse che non ho ancora vinto e che mi piacerebbe conquistare” spiega Rebellin “La Coppa Agostoni, ad esempio: l’ho vinta quest’anno e prima di allora non ero mai riuscito ad impormi su quel traguardo. Gli obiettivi, certo, non fanno difetto. Bisogna solo pedalare…”
SOGNO LE ARDENNE – Salito sull’Olimpo insieme ai protagonisti degli anni novanta e duemila. Immolato nella gogna dell’antidoping, Rebellin ha saputo rialzarsi. Con umiltà, come ha sempre fatto e con tanto lavoro. Escluso dai mondiali della sua Verona nel 2004 per una scelta tecnica, oggi fuori dalla nazionale per il suo passato, il suo cassetto è ancora pieno di sogni. Uno in particolare: “Corro per una formazione professional per cui dobbiamo programmare la nostra stagione sulla base degli inviti che riceveremo dagli organizzatori. Personalmente vorrei tornare a correre le classiche del nord, quelle delle Ardenne che ho già vinto e sulle quali sono convinto di potermi esprimere al meglio. Vincere su uno di quei traguardi avrebbe un significato unico”.
Con 24 anni da professionista sulla spalle e uno ancora da affrontare Rebellin guarda con uno sguardo dolce ai tanti ragazzi che decidono di salire in sella per la prima volta: “Devono correre per divertirsi. Il risultato non conta, quello che conta è sentire l’aria sulla faccia, scoprire posti nuovi e conoscere i propri limiti. Tutto il resto verrà di conseguenza…”