Eppur si muove… Dopo il periodo degli annunci, è arrivato il momento di iniziare a lavorare alla riforma che dal 2017 dovrebbe cambiare volto al ciclismo su strada. Per questo i principali attori del ciclismo professionistico si sono ritrovati per due giorni di lavoro a Barcellona; il congresso UCI ha messo le basi della struttura che sarà chiamata a scrivere materialmente il futuro delle due ruote. Con alcuni adattamenti rispetto a quanto annunciato in precedenza dai vertici UCI.
PAROLA D’ORDINE: STABILITA’ – In Spagna si sono seduti attorno allo stesso tavolo i rappresentanti di 25 eventi World Tour, delle 18 squadre World Tour e i rappresentanti dei corridori; quattro i temi caldi su cui si sono confrontati i delegati che hanno risposto all’appello dell’UCI: credibilità, globalizzazione, coinvolgimento dei tifosi e rafforzamento del sistema.
I rappresentanti delle varie componenti del mondo delle due ruote hanno concordato che l’obiettivo principale rimane quello di creare le giuste condizioni, in particolare la stabilità, per incoraggiare gli investimenti nel ciclismo. Ciò dovrebbe consentire la crescita e il rafforzamento delle strutture che garantiscono la credibilità del ciclismo, progettate dalle riforme UCI in corso di attuazione.
CALENDARIO TRIENNALE – Il primo nodo focale da sciogliere è, e rimane, il calendario gare che sarà basato su quello World Tour esistente ma richiederà una registrazione triennale (2017-2019) degli eventi. Nuove gare potranno richiedere di accedere alla prima categoria, le candidature saranno valutate nel 2016 e quelle selezionate entreranno a far parte del calendario dal 2017 per i successivi tre anni.
I criteri di valutazione per il World Tour saranno la qualità tecnica delle corsa oltre che il loro ruolo nello sviluppo strategico e promozionale dell’UCI World Tour, il periodo di effettuazione e le relative coincidenze e sovrapposizioni con altri eventi. Per stilare i calendari sarà creato un gruppo di lavoro guidato dall’UCI e comprendente due rappresentanti di AIGCP (Team) e AIOCC (Organizzatori), oltre ad un osservatore degli atleti. Questo nuovo gruppo avrà proprio la funzione di migliorare la cooperazione tra tutte le categorie interessate e di suggerire al Consiglio del Ciclismo Professionistico le soluzioni da adottare in tema di calendario World Tour.
Ciò significa che la “riduzione dei giorni di gara” teorizzata sin dall’inizio dal presidente Bryan Cookson rimarrà al momento solo una ipotesi, in quanto saranno poi organizzatori, squadre e dirigenti UCI a decidere chi realmente farà parte del nuovo World Tour e chi invece si dovrà accontentare di una classe inferiore.
LICENZE PER 3 ANNI… E IL MERITO? – Un approccio similare è stato adottato per affrontare il tema della sostenibilità dei team che a partire dal 2017 avranno una licenza triennale per un massimo di 18 licenze. Le licenze, poi, saranno riesaminate su base annuale in base ai criteri etici, finanziari, amministrativi e organizzativi oltre che sulla base delle performance sportive valutate nel corso dei tre anni.
Una buona notizia per sponsor e team manager che però, al momento, lascia in sospeso ogni discorso sulle promozioni e sulle retrocessioni basate sul solo merito sportivo delle squadre con il rischio di ritrovare anche nel “nuovo ciclismo” tanti grandi contenitori con atleti semi-sconosciuti o di scarso livello.
“Sono convinto che questa riforma ci permetterà di mostrare il meglio delle corse su strada. Abbiamo alcuni punti di forza come la varietà degli eventi, la lunghezza della stagione, la accessibilità dei tifosi e la natura globale del ciclismo” ha spiegato il presidente Cookson. “L’UCI World Tour ha la necessità di sfruttare tutti questi punti di forza e di promuovere efficacemente il ciclismo. Questa riforma rispetta tutte le norme esistenti, garantisce stabilità a team e squadre e incoraggia tutti a lavorare nella stessa direzione. Tutti dobbiamo essere responsabili dell’immagine del nostro sport. Sono soddisfatto del livello di collaborazione raggiunto negli ultimi due anni in attesa della realizzazione dei cambiamenti annunciati”.
La grande riforma targata 2017, dunque, procede per piccoli passi. Il dubbio che si tratterà dell’ennesimo “lifting” che lascerà irrisolti i vecchi problemi si fa sempre più forte…