Il 2016, per il ciclismo italiano, sarà l’anno delle tessere. Tessere di tutti i tipi: plastificate, virtuali, dematerializzate o sostituite da moduli cartacei scaricabili dal Fattore K. Una selva di possibilità che, nel tentativo di facilitare il compito di ds e giudici di gara, rischia di complicare la vita e fare confusione.
NO PHOTO, NO PARTY – C’erano una volta le tessere con una onesta foto del titolare. Queste le uniche licenze per prendere il via alle gare FCI. In tempo di spending review, le tessere sono rimaste ma non vi si stampano più le foto a colori per risparmiare poche migliaia di euro su un bilancio federale a sette cifre; l’assenza della fototessera sulla “card” della FCI potenzialmente, a termini di regolamento, costringerebbe i commissari di gara a chiedere l’esibizione di un ulteriore documento d’identità dell’atleta da far partire.
“Non formalizziamoci su questi aspetti” ha invitato il presidente Pagliara rivolgendosi ai giudici italiani “Ad essere determinante sull’iscrizione o meno di un atleta sarà più il fattore K.” In pratica: se un corridore viene accettato dal fattore K non serviranno tanti controlli ma… resta un “ma”. Ogni presidente di giuria, infatti, avrebbe comunque titolo per chiedere l’esibizione di un ulteriore documento d’identità.
LIBERTA’ DI FORMA – Ma alla punzonatura, a partire da questo 2016, ci si potrà recare anche senza tessera. Basterà un tablet, dove memorizzare le tessere “digitali” scaricate dal sito della FCI; allo stesso modo saranno ammesse foto, fotocopie e ogni qualsiasi altra riproduzione delle tessere fisiche. Così come saranno ammessi i moduli di iscrizione scaricabili dall’ormai famoso Fattore K e pure gli innovativi “elenchi tesserati” dove ricompariranno le ormai mitiche foto.
Tutti liberi di scegliere il supporto preferito, dunque, ma attenzione perchè l’errore e i malintesi potrebbero essere dietro l’angolo.