La qualificazione olimpica di Francesco Ceci è in bilico. Il 27enne marchigiano, infatti, era stato annunciato dalla FCI come “qualificato”, in realtà l’atleta azzurro per l’UCi è soltanto la “prima riserva”. Merito del sistema di qualificazione olimpico del Keirin che è legato alla velocità a squadre: i nove paesi qualificati nella velocità a squadre hanno la possibilità di schierare, sia nella gara del keirin che in quella della velocità individuale, due componenti ciascuno. Poi si procede con il ripescaggio (in tutto altri nove posti a disposizione) ed è qui che entra in gioco il nostro Francesco Ceci. Ranking olimpico del keirin alla mano, vengono ripescati i nove migliori atleti che non fanno parte delle magnifiche 9 nazioni in gara nella velocità a squadre, ovviamente facendo sempre riferimento al numero massimo di atleti per ogni paese (2) e alle quote per ciascun continente (nel keirin l’Europa ne ha un massimo di 5, l’America 3, l’Asia 2, l’Oceania e l’Africa 1 a testa). Secondo questi criteri i nove ripescati in graduatoria dovrebbero essere il colombiano Fabian Puerta Zapata, il malese Azizulhasni Awang, il russo Nikita Shurshin, il giapponese Yuta Wakimoto, lo statunitense Matthew Baranoski, il canadese Hugo Barrette, il greco Christos Volikakis, il ceco Pavel Kelemen e, nono e ultimo, il nostro Francesco Ceci per l’Italia.
Questo almeno secondo la logica, ma in realtà l’Uci sembra pensarla diversamente. Nella lista diffusa dall’organo presieduto da Brian Cookson in cui vengono annunciate le carte ufficiali per le gare olimpiche di ciclismo su pista, per l’Italia, sotto la voce keirin maschile, compare una “R” che sta facendo sudare freddo Francesco Ceci. Essa sta per riserva, significa che per l’Unione ciclistica internazionale l’azzurro è il primo dei non qualificati. Dunque, al massimo potrebbe subentrare nel caso la rinuncia di un altro atleta liberasse un posto. L’Uci assegna misteriosamente due carte nel keirin al Giappone: quella di Yuta Wakimoto, sesto nel ranking, non è in discussione, mentre ci sono forti dubbi sulla seconda, assegnata a Kazunari Watanabe. Vero, il 33enne nipponico precede Francesco Ceci in graduatoria, ma i ripescaggi a disposizione dell’Asia, almeno secondo regolamento, dovrebbero essere soltanto due (appunto il primo giapponese e Azizulhasni Awang, rappresentante della Malesia) e non tre, come, invece, risulta dalla lista ufficiale. Per questo dal Coni filtra un cauto ottimismo sull’eventuale rettifica. In attesa di un pronunciamento sul ricorso, l’azzurro è condannato a rimuginare su questi interrogativi, con Rio de Janeiro che da sogno potrebbe trasformarsi in incubo.