Oggi Theoriis affronta un altro lato del complesso tema del recupero. A stagione ormai iniziata, quando a cominciano a salire i volumi e l’impegno, il recupero tra gli allenamenti e le gare diventa un punto prioritario. Recuperare significa nutrirsi bene, riposare a sufficienza e svolgere tutti quegli esercizi come lo stretching, per poter arrivare alle gare nelle migliori condizioni fisiche possibili.
Ma tra le varie attività per un migliore recupero ci sono anche i massaggi. La parola massaggio deriva dal greco “massein”, che significa modellare, ed è una tra le forme più antiche di terapia fisica e viene utilizzata per alleviare i dolori e decontrarre la muscolatura dovuta, nel nostro caso, alla fatica dell’esercizio fisico. Esso richiede una particolare tecnica, che consiste in una serie di precise sequenze manuali; i movimenti seguono la direzione delle fibre muscolari e rispettano la circolazione venosa (da qui la loro azione drenante) quindi a partire dalle estremità per andare in direzione del cuore. Generalmente si inizia con delle manovre di palpazione della zona interessata, seguite da manovre di sfioramento superficiale e profondo che servono per scaldare il muscolo; successivamente si effettuano manovre di frizione e impastamento per lavorare il tessuto muscolare.
Esistono così varie tipologie di massaggio, nel nostro caso le più utilizzate sono quelle del massaggio rilassante, massaggio sportivo, massaggio decontratturante e massaggio linfatico. In ogni caso lo scopo è quello di portare benessere al soggetto che viene massaggiato attraverso una rigenerazione e riequilibrazione del sistema nervoso e ormonale, favorendo così gli scambi cellulari.
Naturalmente una attività così importante svolta in un fase in cui gli atleti affidano il loro corpo per ottenere il miglior recupero possibile dopo uno stress da attività, fa si che il massaggio non è solo un momento di recupero fisico, ma anche mentale, e che il massaggiatore esperto deve assecondare mettendo a completo agio l’atleta.
Alcuni particolari a cui il massaggiatore deve porre attenzione sono, ad esempio, saper valutare un approccio favorevole al colloquio o meno per “scaricare a terra” le tensioni della gara, la temperatura ideale e il “contorno” della stanza, l’idratazione, la tempistica e la durata di esecuzione. Ma vediamo la tempistica ed il tipo.
[banner]G-andrea[/banner]
I massaggi possono essere svolti periodicamente durante l’arco della settimana, prima delle competizioni o subito dopo le gare come nel caso dei giri a tappe. A seconda del momento in cui viene praticato il massaggio cambia il risultato che si vuole ottenere: ad esempio prima di una gara si cercherà di scaldare semplicemente la muscolatura, mentre al termine si cercherà un effetto drenante per aiutare la disintossicazione dei muscoli. Lo scopo resta comunque quello di richiamare una maggiore quantità di sangue ai muscoli e sfruttare così l’apparato circolatorio e linfatico per la pulizia delle tossine provenienti dall’esercizio fisico.
Possono essere trattate tutte le parti del corpo che provocano dolore agli atleti: gambe, schiena, cervicale ecc. In conclusione ricordiamoci che è la cura dei dettagli che porta a raggiungere la migliore prestazione sportiva possibile. Bene, per oggi è tutto, a risentirci alla prossima!
Dott. Alessio Mattiussi