Il 14 aprile la Federazione, in accordo con il CONI, ha inviato al TAS di Losanna le motivazioni per il ricorso, presentato il 4 aprile, circa la corretta applicazione dei regolamenti internazionali di qualificazione alle Olimpiadi, secondo i quali, ad interpretazione della UCI, il nostro Francesco Ceci figura come prima riserva e non qualificato.
La storia di questi mesi è nota e merita di essere ricordata. All’indomani dei Mondiali Pista che hanno cristallizzato il ranking UCI in base al quale definire i nominativi degli aventi diritto il pass olimpico, l’UCI ha diramato l’elenco dei nove atleti del ranking per il Keirin che avevano acquisito il diritto di volare a Rio. Tra questi mancava il nominativo di Francesco Ceci, primo degli esclusi. La divergenza tra l’UCI e la FCI riguarda l’interpretazione del regolamento di qualificazione olimpica. Per la Federazione questo non prevede la possibilità di qualificare, come ripescato, più di un atleta per Comitato Olimpico. Per l’UCI sì; da questo l’inserimento nella lista di due atleti giapponesi.
La Federazione, confortata anche dal parere positivo del CONI e dell’Unione Ciclistica Europea, ha intrapreso la strada del ricorso al TAS per avere definitiva chiarezza sugli stessi regolamenti e veder riconoscere a Francesco Ceci quello che la stessa FCI considera un diritto.
“La regola in questione, ha scritto ufficialmente il Presidente Di Rocco all’UCI, è quanto meno poco chiara ed è comunque interpretata in due modi differenti (dalla stessa UCI, ndr) nei ranking per la Velocità Individuale e per il Keirin”.
Ieri la Federazione Giapponese non ha aderito alla richiesta di giudizio abbreviato, ed il procedimento seguirà quindi il rito ordinario.
Le controparti hanno termine sino al 5 maggio per presentare le memorie. Appena dopo la scadenza del termine la FCI formulerà istanza per la fissazione di udienza con urgenza.