E’ grand’Italia al Giro di Turchia, con cinque nostri portacolori ai primi cinque posti della tappa conclusasi ad Alanya, la quarta della rassegna nel Paese euro-asiatico. Vince Sacha Modolo e in qualche modo riscatta il tracollo di ieri della Lampre-Merida. Precede un ritrovato Daniele Colli, ancora competitivo allo sprint dopo il brutto infortunio del Giro 2015 e Marco Zanotti, il bresciano emigrato in Olanda (“Dove mi pagano ed è sempre meglio che pagare per correre” dice lui) confermatosi ad alto livello. Appena giù dal podio Belletti e Mareczko a completare il pokerissimo, con Cecchin settimo e Malucelli nono. Non pervenuto il grande atteso delle volate, André Greipel, ieri vincitore.
“Giunti all’epilogo della tappa tutti aspettavano che la Lotto prendesse l’iniziativa – spiega Modolo in sala stampa -, noi eravamo un po’ lunghi e ai 700 metri dal traguardo il gruppo si è un po’ fermato. Allora è partito un compagno di Zanotti (la Parkhotel Valkenburg, ndr) ma anche lui ai meno 400 si è rialzato. E’ toccato quindi a Belletti, che subito mi ha dato due bici di ritardo. Ma l’ho ripreso, ho buttato giù l’undici ed è arrivata la vittoria”. La terza in Turchia, forse mai così attesa dal velocista trevigiano. “E’ stato un successo un po’ anomalo, in una volata decisamente caotica. C’era parecchio nervosismo in gruppo, dopo le difficoltà di ieri. E’ una vittoria necessaria, la aspettavo da tanto. Credo di andare molto forte quest’anno, solo mi mancava un successo. A Dubai mi ha preceduto solo Viviani, in Qatar solo Cavendish, sono sempre stato nei top ten alla Tirreno-Adriatico e alla Sanremo sono caduto sul Poggio, quando mancavano cinque chilometri all’arrivo. Insomma, la forma c’era, mancava lo squillo e il morale non era dei migliori. In più qui sono finito a terra nella tappa inaugurale e il ginocchio ha fatto male per un paio di giorni. Mi sono buttato nella mischia ed è andata bene. E’ vero che qui sto preparando il Giro ma c’è ancora una tappa (quella di domani, ndr) per provare a centrare il bis”.
Così commenta, Modolo, l’Italia che rialza la testa in una corsa internazionale di buon livello: ”E’ cambiata la mentalità e le aspettative che si hanno verso i corridori. Oggi, se a 22 anni non ancora vinto niente non puoi diventare qualcuno. Quando ho iniziato io si aspettavano i 26-27 per avere la completa maturazione del ciclista. Ci sono forse troppe pretese nei confronti dei giovani, si rischia di bruciarli. Credo che tra gli sprinter l’Italia non sia inferiore a nessun altro Paese. Viviani, Nizzolo e mi ci metto dentro anch’io stiamo dimostrando di essere al top del ciclismo. Semmai quello che ci manca è un vero treno. A livello di Nazionale bisogna lavorare per creare una squadra che sappia portare gli sprinter agli ultimi 150-200 metri. Il Mondiale di Doha? Con Cassani ho parlato, vediamo come si mette. Ma una corsa così importante su un terreno praticamente piatto è un bel casino. Sono in tanti, forse troppi, a giocarsela alla pari”.
Un’altra tappa è alle spalle per il timido Pello Bilbao e la Caja Rural, sempre più vicini al successo finale. “Anche oggi la partenza è stata molto veloce – sottolinea -, abbiamo provato a contrastare le fughe ma poi, una volta assestatasi la tappa, ci siamo alleati con la Lotto per ricucire lo strappo nel finale. Abbiamo compiuto un buon lavoro, raggiunto i fuggitivi e conservato la maglia di leader. L’obiettivo, anche per oggi, è stato centrato”. Gli chiedono se voglia commentare lo scatto iniziale in salita dell’ex leader Niemiec: “Penso che ora abbia altri obiettivi, una vittoria di tappa o magari la maglia di miglior scalatore. Non credo che sia nulla di personale contro il mio primato, ha dalla sua altre tappe per togliersi qualche soddisfazione”.
Da Alanya, Gian Paolo Grossi