Ordine d’arrivo:
1° Thomas De Gendt (Lotto Soudal) 4h31’51”
2° Serge Pauwels (Dimension Data) a 2″
3° Dani Navarro (Cofidis) a 14″
4° Stef Clement (IAM Cycling) a 40″
5° Sylvain Chavanel (Direct Energie)
6° Bert-Jan Lindeman (LottoNL Jumbo) a 2’52”
7° Daniel Teklehaimanot (Dimension Data) a 3’13”
8° Sep Van Marcke (LottoNL Jumbo) a 3’26”
9° Chris Sorensen (Fortuneo Vital Concept) a 4’23”
10° Bauke Mollema (Trek Segafredo) a 5’05”
26° Chris Froome (Team Sky) a 6’45”
Classifica generale:
1° Chris Froome (Team Sky)
2° Adam Yates (Orica BikeExchange) a 47″
3° Bauke Mollema (Trek Segafredo) a 56″
4° Nairo Quintana (Movistar) a 1’01”
5° Romain Bardet (Cofidis) a 1’15”
6° Alejandro Valverde (Movsitar) a 1’39”
7° Tejay Van Garderen (BMC) a 1’44”
8° Fabio Aru (Astana) a 1’54”
9° Daniel Martin (Etixx Quick Step) a 1’56”
10° Joaquin Rodriguez (Katusha) a 2’11”
La dodicesima tappa del Tour de France doveva essere la più attesa, titolata, esaltata. Anche la più celebrata, vista la giustamente sentitissima Festa Nazionale del 14 luglio. Si è trasformata, invece, in una pantomima di gara ciclistica; in un delirio a occhi aperti, dove quello che le pupille strabuzzate sono costrette a guardare non è una fantasia della mente ma una clamorosa realtà. Perchè, quando tutto sembra essere ormai deciso, stabilito, finito, perlomeno normale, sulle rampe del Mont Ventoux – reso monco dalle raffiche di vento e accorciato di 6 km – succede l’impensabile.
CORSA PODISTICA E MAGLIA RITROVATA- A Chalet Reynard, Thomas De Gendt (Lotto Soudal) sta già ampiamente festeggiando la vittoria dopo aver battuto in una lunga volata a due il connazionale Serge Pauwels (Dimension Data) e alle loro spalle, alla spicciolata, sono arrivati anche gli altri superstiti della fuga a tredici che ha tenuto banco per tutto il giorno quando, più indietro, si scatena l’apocalisse.
Chris Froome, che con un attacco ai quattromila metri dalla fine aveva messo in crisi i rivali andandosene con Richie Porte e Bauke Mollema, diventa il protagonista tragico di una frazione sino, ad allora, perfetta. Il patatrac avviene in zona flamme rouge, quando i tre tamponano inevitabilmente una moto che – rimasta intruppata da non si sa cosa – aveva frenato bruscamente, ammucchiandosi l’uno sull’altro. Porte sulla moto, Froome su Porte, Mollema su entrambi. E’ il caos! Chi può, si defila svicolando. Così fanno Porte e Mollema, che proseguono verso il traguardo. La Maglia Gialla, invece, è costretta a lasciare sull’asfalto il mezzo danneggiato e a ripartire a piedi. Di corsa. Qualche metro di podismo e gli arriva dal cambioruote una bici, che sotto alle gambe da fenicottero pare un triciclo. Qualche pedalata e il keniano si rende conto che così no, non può andare. Molla anche quella e spalanca le braccia al cielo, quasi implorando l’orologio di fermarsi. Gli altri big che aveva distanziato – Aru, Quintana e compagnia – , intanto, lo raggiungono e lo superano e lui si trova a fare i conti con un verdetto che incorona nuovo capoclassifica Adam Yates. Ad aggiustare il tiro della sorte ci pensa, però, la decisione del collegio di giuria che – vista l’eccezionalità della situazione- accredita al capitano Sky lo stesso tempo di Mollema, permettendogli di rivestirsi con la Maglia Gialla. Ma oggi è stato tutto sbagliato. Tutto da rifare.
LE MAGLIE:
MAGLIA GIALLA Classifica Generale: Chris Froome (Team Sky)
MAGLIA VERDE Classifica a Punti: Peter Sagan (Tinkoff)
MAGLIA A POIS Classifica GPM: Thomas De Gendt (Lotto Soudal)
MAGLIA BIANCA Classifica Giovani: Adam Yates (Orica Bike Exchange)
RITIRATI: Angelo Tulik (Direct Energie), Jurgen Van den Broeck (Katusha) DNS