Sono servite 24 ore dalla pubblicazione del servizio su ciclismoweb.net (clicca qui per rileggere il servizio) per scatenare la reazione della Federazione Ciclistica Italiana al caso di Tradate (Va) che ha visto alcuni giovanissimi sottoposti ad un inconsueto quanto inopportuno controllo antidoping. Il presidente Renato Di Rocco, ha preso posizione nei confronti della Sezione Vigilanza del Ministero della Salute e della Nado ribadendo il concetto espresso da tanti appassionati nel corso del forte dibattito scatenato dalla notizia all’interno del mondo del pedale.
Nella lettera inviata dal presidente della FCI il 9 agosto scorso e resa pubblica solo oggi, che vi proponiamo di seguito, si legge: “E’ una iniziativa sorprendente che ha destato infatti un certo scalpore anche presso i media (…) E’ una iniziativa di cui non discutiamo, in linea procedurale, la eventuale legittimità (anche se qualche quesito si porrebbe senz’altro nell’eventuale gestione dei risultati ad esempio nell’uso terapeutico dei farmaci) ma che sembra (così viene percepita) in qualche modo, voler gettare un’ombra, immeritata, verso una specifica disciplina sportiva anche nelle sue fasi non agonistiche e giovanili, in cui varie batterie concorrono a risultati di squadra.”
Una lettera di lamentele che, purtroppo, arriva a fatti compiuti, quando ormai non è più possibile cancellare il pericoloso precedente che è stato creato alla gara di Tradate. E’ legittimo per ogni tesserato, infatti, pretendere che la propria Federazione lo tuteli prevenendo anche azioni di questo tipo: specie se quel tesserato è un bambino di 12 anni il cui cuore batte forte per le due ruote.
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Di seguito il testo integrale della lettera del presidente Renato Di Rocco:
Roma, 9 agosto 2016
Al Prof. Giuseppe Capua
Presidente della Sezione per la vigilanza
e il controllo sul doping e per la tutela della
salute nelle attività sportive
Ministero della Salute
e, pc. Gen. Leonardo Gallitelli
Responsabile NADO Italia
Via e-mail
Oggetto: controlli antidoping – manifestazione ciclistica giovanissimi 7.08.2016 – Tradate (VA)
In riferimento al controllo antidoping in oggetto, effettuato dal Ministero della Salute al 42° G.P. Amici del Ciclismo Bascialla Natale a.m., manifestazione giovanissimi svoltasi a Tradate in provincia di Varese in data 7.8.2016, desideriamo rappresentarLe la forte sorpresa ed il disappunto della Federazione Ciclistica Italiana che si associa ai medesimi sentimenti espressi localmente dai ragazzi, dai genitori e dai tecnici presenti in merito ad un controllo operato in una categoria non agonistica come quella dei giovanissimi.
E’ una iniziativa sorprendente che ha destato infatti un certo scalpore anche presso i media (e chissà se questo non era ciò che veniva ricercato) anche perché rivolta verso una Federazione che si impegna con il massimo livello di attenzione e di vigilanza, riconosciuta anche dagli organismi sportivi di riferimento, da tempo, nella prevenzione e nella lotta al doping, anche con disposizioni dure e difficili.
E’ una iniziativa di cui non discutiamo, in linea procedurale, la eventuale legittimità (anche se qualche quesito si porrebbe senz’altro nell’eventuale gestione dei risultati ad esempio nell’uso terapeutico dei farmaci) ma che sembra (così viene percepita) in qualche modo, voler gettare un’ombra, immeritata, verso una specifica disciplina sportiva anche nelle sue fasi non agonistiche e giovanili, in cui varie batterie concorrono a risultati di squadra.
Il doping è un lato tormentato del ciclismo come lo è, sempre più esplicitamente, anche per altri sport e non sempre equivalentemente combattuto, e recenti fatti testimoniano quanto richiamiamo, ma per i giovanissimi praticanti che si affacciano ad una disciplina di grandi tradizioni vedersi, anche psicologicamente, in qualche modo, tra virgolette, precocemente “criminalizzati” è anch’esso immeritato e perturbante.
Attendiamo ovviamente, anche se ci sembrerebbero sorprendenti e discutibili nello stesso modo, iniziative analoghe verso altre discipline sportive.
Rinnovando la massima disponibilità di sempre della FCI ad ogni collaborazione con tutte le agenzie antidoping sportive e statuali e confidando che le nostre osservazioni possano contribuire ad una riflessione critica sull’accaduto, inviamo cordiali saluti.
Renato Di Rocco