Il TUE degli atleti continua a far discutere e ad alimentare una autentica caccia allo scandalo. In tanti ce l’hanno, in molti ne hanno diritto ma dopo le fughe di notizie che hanno seguito le Olimpiadi di Rio de Janeiro i dubbi vengono alimentati anche senza che vi siano basi concrete per farlo. Stiamo parlando del protocollo di deroga che consente agli atleti di assumere sostanze vietate ma solo perché necessarie per uso terapeutico: una deroga che viene applicata per chi accusa particolari problemi di salute o che si trova ad affrontare particolari allergie.
IL CASO SPARTACUS – L’ultimo spiacevole episodio ha coinvolto niente meno che il campione olimpico della cronometro individuale, lo svizzero Fabian Cancellara: anche il portacolori della Trek Segafredo avrebbe beneficiato di una esenzione ma, precisano dalla formazione a stelle e strisce, tutto è documentato e in regola.
Il caso riguarda due punture di ape subite da “Spartacus” il 17 agosto 2011 e il 18 maggio 2013 che hanno costretto Cancellara, vittima di altrettante pericolose reazioni allergiche, a sottoporsi ai trattamenti d’urgenza somministrati dal personale degli ospedali più vicini. Questo ha impedito il rispetto delle norme antidoping ma ha comportato l’applicazione di due esenzioni per uso terapeutico (TUE) regolarmente registrate dall’atleta e dalla squadra.
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SIR IN TV – Lo stesso problema ha coinvolto il team Sky dove hanno gareggiato Bradley Wiggins e Chris Froome che sarebbero stati colpevoli di utilizzare il TUE per mascherare l’assunzione di farmaci vietati; a Wiggo sarebbero state contestate tre iniezioni intramuscolari effettuate poco prima dei Tour de France 2011 e 2012 e del Giro d’Italia 2013. Iniezioni di un cortisonico vietato, va ricordato, ma consentite ed effettuate con regolare esenzione che ora vengono sospettate di avere uno “scopo dopante”.
Una vicenda che, a riprova dell’interesse sollevato, vedrà proprio Bradley Wiggins andare in TV domenica sera alle ore 21 per spiegare la sua storia nel talk-show condotto da Andrew Marr sulla BBC.
Casi di vita quotidiana assunti a indizi di colpevolezza dopo la diffusione di alcune cartelle cliniche uscite direttamente dal database della Wada per opera degli hacker di “Fancy Bears” che hanno gettato ulteriore fango su atleti che hanno compiuto ciò che era loro consentito dalle norme antidoping e seguito in maniera scrupolosa tutte le regole in materia.
CROCIFIGGILO – Problemi noti da tempo, quelli che attraverso il TUE hanno creato negli anni una vera e propria “zona grigia” in cui tutto è consentito. Problemi che sono diventati di attualità con lo spionaggio di ritorno che ha seguito lo scandalo che ha impedito a buona parte degli atleti russi di prendere parte alle Olimpiadi ma che finiranno per consegnare alla “damnatio memoriae” sportiva altri campioni che in questi anni hanno avuto la colpa di regalare grandi emozioni al pubblico delle due ruote.
L’antidoping è pronto a scrivere un’altra triste pagina fatta ancora una volta di faide, scandali e ingiustizie: non è stato possibile fermarli prima o inchiodarli in altro modo, ora si cerca di crocifiggerli per quello che avevano comunque dichiarato.