Ordine d’arrivo:
1° Peter Sagan (Slovacchia) 5h40’43”
2° Mark Cavendish (Gran Bretagna)
3° Tom Boonen (Belgio)
4° Michael Matthews (Australia)
5° Giacomo Nizzolo (Italia)
6° Edvald Boasson Hagen (Norvegia)
7° Alexander Kristoff (Norvegia)
8° William Bonnet (Francia)
9° Niki Terpstra (Olanda)
10° Greg Van Avermaet (Belgio)
Semplicemente unico, immenso, imbattibile. Il ciclismo moderno ha incoronato per la seconda volta consecutiva Peter Sagan campione del mondo. Il “Merckx” del nuovo millennio si è preso il Campionato del Mondo più pazzo della storia delle due ruote e lo ha fatto con sagacia tattica, imponendosi di autorità con uno sprint di rara potenza. Sul podio di Doha si vive una sorta di passaggio di testimone, tra la generazione dei Boonen e dei Cavendish e quella di Peter Sagan. Il recente passato e il prossimo futuro del ciclismo.
DESERT STORM – Peggio di un tornado in pieno deserto. Il treno della nazionale belga si abbatte sul mondiale di Doha e riduce ad appena 27 unità il gruppo dei pretendenti al successo finale. Tom Boonen e compagni accelerano non appena il vento laterale si fa velenoso e a farne le spese sono soprattutto tedeschi e francesi che rimangono esclusi dal primo ventaglio.
Degenkolb, Kittel e Greipel danno l’anima per provare a chiudere il proverbiale buco ma il minuto di ritardo con cui si presentano sul circuito finale resta incolmabile nel duello impari con i sei belgi che comandano le operazioni in testa alla corsa.
L’Italia si salva con Bennati, Guarnieri, Nizzolo e Viviani, un quartetto bravo a non perdere le ruote dei battistrada ma impotente contro i mostri sacri dello sprint quando nel finale di gara si tratta di sprintare per la maglia iridata.
CAV BEFFATO – Il finale di gara si accende a due chilometri dalla linea bianca quando a cogliere il momento giusto per piazzare un allungo da perfetto finisseur è l’olandese Tom Leezer. 150 metri il suo vantaggio massimo sugli altri compagni di avventura ma la sua azione obbliga Norvegia e Belgio a sprecare le ultime energie e spariglia i giochi in vista della volata decisiva. Ai 400 metri Leezer è ancora davanti ma parte lì la lunga volata di Jacopo Guarnieri che raggiunge l’ultimo attaccante e pilota alla perfezione Giacomo Nizzolo. Al milanese sembrano mancare le energie proprio sul più bello: non riesce ad essere incisivo ed è lui a non chiudere la porta ad un Sagan altrimenti tagliato fuori dai giochi proprio mentre Mark Cavendish sembra aver imboccato la rampa di lancio. Invece lo slovacco trova un varco proprio tra Nizzolo e le transenne, supera tutti e batte il britannico proprio sul filo di lana.
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