Archiviata la candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024, lo sport resta al centro delle attenzioni del Parlamento ed in particolare della 7^ commissione permanente del Senato, che si occupa di istruzione e beni culturali, di cui fa parte la senatrice Josefa Idem. Proprio l’ex canoista tedesca, naturalizzata italiana, infatti, ha presentato in Commissione una relazione sullo stato di salute dello sport che lascia ben pochi dubbi e con cui il Governo si impegna a redigere un nuovo testo unico che consenta di riordinare la legislazione in materia.
Il dossier presentato dalla Idem, che presenta molti spunti anche per i dirigenti del ciclismo italiano, parte da una analisi sulle professionalità applicate al mondo dello sport sottolineando l’inadeguatezza degli sbocchi professionali riservati ai laureati in Scienze Motorie (nel 2016 sono 83 i corsi attivi in Italia per un totale di 9.471 studenti iscritti).
PROFESSIONALITA’ SPRECATE – “Il sistema di ingresso nel mondo del lavoro appare piuttosto bloccate con il rischio di svalutare l’attività didattico-formativa seguita da persone qualificate che però non riescono a spendere il titolo universitario” spiega la Idem che invita “E’ necessario scongiurare all’interno delle ASD e delle palestre la possibilità di utilizzare titoli fittizi”.
Proseguendo nel campo dell’istruzione, la relazione della Idem sottolinea le difficoltà nell’avvio di Licei Sportivi pubblici, ancora rallentati dalla eccessiva burocrazia regionale e segnala la necessità di “garantire e promuovere le condizioni per tutti i giovani impegnati nello sport di alto livello affinché possano coniugare istruzione e agonismo”.
Sul tema degli atleti-studenti, il dossier Idem riserva diverse pagine individuando molteplici soluzioni che vanno dalla possibilità di prevedere interrogazioni e appelli universitari in maniera flessibile e cooperativa, passando per il riconoscimento di crediti formativi e punteggi per la laurea per gli sportivi di alto livello, fino all’introduzione di un sistema di istruzione integrato sul modello del progetto “Calciatori a scuola”.
In questo modo, infatti, molti giovani sportivi potrebbero seguire in modalità e-learning le lezioni e avvalersi di due tutor: uno scelto dal Consiglio d’Istituto e l’altro dalla società sportiva.
GOVERNANCE OPACA – Decisamente tranchant il giudizio del dossier Idem sulla governance dello sport italiano: “I rappresentanti delle Federazioni eleggono i dirigenti del Coni che dovrebbe a sua volta vigilare sull’attività delle federazioni. Nel corso degli anni sono emerse alcune perplessità sul corretto funzionamento delle elezioni dei vertici federali dove si è assistito ad un blocco del turnover ed è stato permesso ad alcuni presidenti di essere rieletti “ad oltranza” dal secondo mandato in poi”.
Ciò, secondo la Idem, ha permesso “in casi eclatanti, la possibilità di rielezioni plurime e gestioni oltremodo accentratrici delle attività federali”. Parole decisamente critiche da cui la senatrice del PD riparte sottolineando: “Nell’ottica di potenziare il sistema con l’obiettivo che le federazioni divengano non già “centri di potere”, quanto, piuttosto, “centri di sapere”, sarebbe auspicabile rivolgere una attenzione particolare all’ideazione di nuove forme organizzative nel rapporto con il CONI, valorizzando l’autonomia del settore”.
Ma la Idem va anche oltre e invita a valutare la possibilità di incardinare le varie federazioni all’interno del sistema universitario sul modello dello sport olandese “in modo da valorizzare al massimo la sinergia tra ricerca e sport praticato”.
Sistemi dirigenziali all’interno dei quali, evidenzia la Idem, vi è la totale mancanza del riconoscimento della parità di genere: “Durante le audizioni è stata segnalata l’assoluta prevalenza del genere maschile ai vertici delle strutture federali e del CONI: si auspica pertanto che, nelle more di un intervento di riforma strutturale del sistema e dell’ordinamento sportivo possano trovare luogo meccanismi di selezione includenti del genere femminile”.
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DILETTANTI DISCRIMINATI – Un’altra grande pecca del sistema sportivo italiano riguarda poi l’assenza di una regolamentazione del mondo dilettantistico: “E’ stato disposto un regime giuridico separato per professionisti e dilettanti; per i primi c’è una disciplina che definisce il regime contrattuale e le tutele sanitaria, assicurativa, previdenziale; per i secondi, invece, il Legislatore non ha stabilito alcuna norma mancando anche una definizione di dilettantismo. Tra l’altro nel novero dei dilettanti sono ricomprese attività del tutto diverse tra loro: ad esempio, quella sportiva parrocchiale e quella di atleti che gareggiano alle Olimpiadi o in competizioni nazionali o internazionali. Nessuna disciplina sportiva femminile, poi, è stata qualificata come professionistica, anche nel caso di quelle federazioni sportive che si sono avvalse della delega prevista dalla legge per il settore maschile o in quelle in cui il ruolo e i risultati ottenuti dalle donne nelle competizioni nazionale o internazionali, siano stati di indubbio riscontro” scrive la Idem.
Esenzioni IVA, sponsorizzazioni, rimborsi spese, controlli fiscali: tutto questo è stato inserito dalla presidente della 7^ commissione permanente del Senato all’interno del proprio dossier che formerà la base per andare a scrivere il nuovo auspicato testo unico sullo sport che dovrà vedere un ruolo centrale dello stato sia come sostenitore economico del mondo sportivo ma anche e soprattutto in qualità di controllore e garante della buona gestione delle risorse messe a disposizione di Coni e federazioni sportive.