E’ stata una festa senza premiati, quella allestita dal gruppo delle Glorie del Ciclismo Veronese per l’annuale ritrovo andato in scena, come da tradizione, all’interno delle splendide sale del Ristorante al Fiore di Peschiera affacciato sulle rive del Lago di Garda. Una formula diversa, quella scelta dai coordinatori del gruppo scaligero Pietro Guerra, Franco Mori e Pietro Campagnari che hanno voluto creare uno spazio libero interamente dedicato ai ricordi: tanti, anzi, tantissimi gli ex professionisti presenti in sala, che hanno risposto con entusiasmo al richiamo degli ex compagni d’avventura.
Dall’immancabile Michele Dancelli, ai giovani Daniele Pietropolli e Mattia Turrina, passando per Lucillo Lievore, per tutti i componenti dei due quartetti iridati della cento chilometri e per l’asso della pista Sergio Bianchetto che non ha perso l’occassione per promuovere il suo libro “Una vita in pista” andato letteralmente a ruba tra gli appassionati delle due ruote.
Applausi e tanti ricordi per Giuseppe Soldi, Mino Denti, Ferruccio Manza, Severino Andreoli, Pietro Guerra e Luciano Dalla Bona: non solo nel segno delle maglie iridate ma anche nel 50° anniversario della vittoria conquistata da Mino Denti al Tour de l’Avenir.
“Anche quello fu un successo di squadra” ha ricordato tra l’emozione generale Giacomino, detto Mino, Denti “Io riuscii ad ottenere dei risultati importanti ma portammo a casa la vittoria finale solo grazie al grande lavoro di tutti i compagni che avevo al mio fianco. Tra questi un Luciano Dalla Bona straordinario che in una tappa, mentre ci trovavamo all’inseguimento di una fuga pericolosa per la classifica generale, seppe fare piazza pulita degli avversari che si inserivano tra noi per rompere i cambi. E così fu anche nella 100 chilometri: io non andavo così forte ma a ruota di questi treni si stava benissimo” ha concluso sorridendo Denti, subito incalzato da Pietro Guerra: “Da soli eravamo dei corridori normali, ma in quei quartetti siamo diventati imbattibili. Questo è l’esempio di quanto può valere anche nel ciclismo un gruppo unito e ben coordinato”.
Splendido i ricordi fotografici riproposti dall’appassionato Udillo Badoer in onore di Severino Andreoli e di Renato Giusti; per Andreoli la foto era quella del suo successo al Giro d’Italia 1966, nella terza frazione scattata da Diano Marina e arrivo a Genova con l’ex professionista veronese che ha ricordato: “In questa foto si vede Dancelli che è andato a caricare un carabiniere pur di provare a superarmi ma non ci è riuscito” e l’ospite bresciano che ha aggiunto: “Devo ammettere che quel giorno, nonostante tutto, anche senza inconvenienti non sarei riuscito a batterti. Sei andato troppo forte per me”. E Renato Giusti che ci ha tenuto a precisare che: “Se un giorno perdevo la tappa che avrei desiderato vincere, il giorno successivo era certo che riuscivo a rifarmi”.
E per finire il fuoristrada con la sempre vivace Giovanna Bonazzi, fresca del titolo mondiale master conquistato in Val di Sole nel Downhill femminile: “Le sfide mi sono sempre piacute e quest’anno ho voluto rimettermi in gioco con questa avventura anche se la soddisfazione più bella è quella di allenarmi sulla pista da BMX con mio figlio che ha nove anni. Una esperienza unica e bellissima che consiglierei di provare almeno una volta anche a tante altre mamme”.
Il 2016 per le Glorie del Ciclismo Veronese va così in archivio: con semplicità e amicizia, senza la necessità di assegnare premi altisonanti perchè è soprattutto la passione che porta a percorrere strade inesplorate e a raggiungere nuovi traguardi.