Il turno elettorale di tutte le federazioni sportive italiane ha portato con sè tante insoddisfazioni, qualche veleno e una pioggia di ricorsi. A farlo notare è la senatrice, nonchè ex Ministro delle pari opportunità, dello sport e delle politiche giovanili, Josefa Idem: “Sappiamo bene quello che sta succedendo e seguiamo con interesse le decisioni che verranno prese sui ricorsi annunciati. Il sistema è da aggiornare e d’altronde è stato lo stesso presidente Malagò ad ammettere questa necessità in questi giorni” ha commentato la Idem che qualche mese fa aveva lanciato il grido d’allarme sullo stato di salute dello sport partendo da un’indagine condotta dalla Commissione Cultura del Senato.
CANOA E NON SOLO – Il caso che più ha fatto discutere è proprio quello che riguarda il mondo della Canoa dove Antonio Rossi, candidato nella corsa al rinnovo dei vertici federali, ha chiesto l’annullamento delle elezioni che hanno portato alla conferma, alla presidenza della federcanoa, di Luciano Buonfiglio. Non è passata inosservata, però, anche la questione Di Rocco, eletto con il 55% dei voti validi espressi a Rovereto pur in assenza del quorum sui voti totali.
FCI, FRANCINI ANNUNCIA IL RICORSO – La questione, sollevata dal candidato Angelo Francini, riguarda due norme contrastanti (art. 8 e art. 31) presenti nello Statuto della FCI. “In applicazione di queste norme si arriva al caso assurdo per cui i quorum necessari per l’elezione erano più favorevoli a Di Rocco che agli altri candidati” ha evidenziato Francini che a Rovereto non ha ottenuto alcuna preferenza. “Per il sottoscritto, per Gimondi e Roscini in base all’art. 8 comma 11 il quorum richiesto era pari al 50%+1 dei 237 voti presenti ossia 119 preferenze mentre per Di Rocco, in base all’art. 31 commi 6 e 7, il quorum richiesto era pari al 55% dei 215 voti validamente espressi ossia 118 preferenze. Ossia per Di Rocco era necessaria una preferenza in meno di quella richiesta agli altri candidati e ciò, in aperto contrasto con quanto stabilito dal Decreto Legislativo 242/99 che intende penalizzare il candidato alla rielezione per il terzo mandato”.
Questa la base sulla quale Francini starebbe valutando la proposizione del ricorso contro l’elezione di Renato Di Rocco: “Penso ad un ricorso, al di fuori dell’ambito federale perchè questa situazione è degna di una Repubblica o di una Federazione delle Banane: dimostrazione che le mie critiche ai Regolamenti Federali, espresse nel corso dell’Assemblea, sono sempre fondate e veritiere al contrario delle di quelle del Presidente” ha concluso amaramente Francini.
Sulla posizione di Francini, il presidente Di Rocco aveva già avuto modo di prendere posizione, a caldo, subito dopo la sua rielezione: “Credo che questa Assemblea di Rovereto abbia espresso chiaramente le propria volontà che è quella di dare continuità al progetto portato avanti in questi anni. La percentuale delle preferenze in mio favore è pure cresciuta rispetto a Levico passando dal 57,3 al 57,8. Dall’altra parte c’è il solito gruppo che vorrebbe tenere sotto scacco la federazione e che per farlo gioca sul discredito nei miei confronti. Però i delegati hanno dimostrato di aver compreso chiaramente cosa c’è dall’altra parte”.
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