“Tutto molto interessante…” suona più o meno così uno dei tormentoni da torcida lanciati dal fenomeno Fabio Rovazzi. E “tutto molto interessante” è stata anche l’idea fissa dei tifosi e degli addetti ai lavori che ieri hanno seguito dal vivo o in diretta (tantissimi in entrambi i casi, con il pomeriggio di dirette di ciclismoweb.net che ieri ha fatto registrare numeri da record) la sfida andata in scena sul circuito di Treviso che valeva per assegnare la 102^ Popolarissima.
PER AMORE O PER FORZA… – In una domenica in cui l’UC Trevigiani ha fatto di necessità virtù, promuovendo ad internazionale la regina del calendario dilettantistico trevigiano pur di vedere al via la formazione di casa ma con licenza continental e affiliazione bulgara, si è assistito ad una prima assoluta per la storia del ciclismo italiano: per la prima volta dalla nascita del World Tour, infatti, una gara di “seconda classe” dell’Europe Tour ha visto, finalmente, al via una formazione Professional italiana.
Finalmente. Perchè quanto è già da anni consentito dal regolamento UCI ed è prassi in altre nazioni dove il dilettantismo si confonde con il mondo amatoriale, non era mai avvenuto in Italia. Professionisti a confronto con i dilettanti. Una occasione unica per alcuni atleti professionisti di ritrovarsi in sfide che, solo sulla carta, appaiono più “facili” e per i giovani dilettanti italiani di assaporare cosa significa tenere il ritmo di chi prossimamente si troverà ad affrontare anche il Giro d’Italia.
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DALLA PARTE DEI PROF – “Siamo venuti qui per onorare il nostro sponsor ma anche per consentire ai nostri atleti che avevano gareggiato di meno di fare una sorta di rodaggio. Non vogliamo portare via nulla ai dilettanti italiani e, infatti, la nostra condotta di gara non era finalizzata al risultato ma a fare un buon allenamento. Abbiamo fatto qualche giro in testa al gruppo poi abbiamo lasciato liberi i ragazzi ma senza correre rischi” commenta a fine gara il ds della Wilier Triestina Selle Italia, Luca Scinto che non si sottrae al confronto con i colleghi. “Piuttosto di andare a gareggiare in corse 2.2 in Romania, Cina o comunque all’estero sarebbe utile anche per noi poter partecipare a gare come questa in Italia. Credo potrebbe essere un orgoglio ed uno stimolo anche per gli organizzatori. Poi è chiaro che i nostri obiettivi stagionali sono ben altri” conclude Scinto.
La presenza alla Popolarissima di un team professional incuriosisce, crea aspettative e stimola al confronto. Così come la partecipazione di team continental provenienti da tutte le parti d’Europa finalmente liberi di schierare al via atleti senza alcun limite d’età. In applicazione di quei regolamenti UCI che l’Italia si ostina troppo spesso a voler interpretare e derogare.
E passando tra le ammiraglie dei dilettanti, qualche mal di pancia lo si percepisce. Anche se le bocche restano rigorosamente cucite: tutti aspettano a vedere come andrà il confronto su strada, tutti sembrano quasi sperare in una vittoria straniera o di un professionista per poi gridare allo “scandalo”. E, invece, i dilettanti italiani superano il confronto a pieni voti: forse agevolati dal circuito pianeggiante, forse favoriti dal comportamento “neutro” dei professionisti ma, di fatto, maturi per reggere la sfida dal primo all’ultimo chilometro. Nell’unico terzetto che prende il largo ci sono due giovani ragazzi italiani e un “esperto” ucraino eppure i cambi sono regolari per tutta la durata della sortita. Al traguardo nessuno straniero conclude tra i primi 10 e, l’unica eccezione ad una normale domenica dilettantistica, è il settimo posto dell’azzurro della pista Liam Bertazzo.
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DILETTANTI PROMOSSI – “Non siamo contrari alla presenza dei professionisti in qualche appuntamento solitamente riservato ai dilettanti: il confronto farà certamente bene ai nostri ragazzi” osserva un dirigente di un team dilettantistico. “Quello che vorremmo, però, è che questo confronto si potesse spostare anche in qualche gara del calendario professionistico italiano. Poter schierare le nostre maglie al via di qualche gara italiana con diretta o ampia sintesi televisiva sulle reti nazionali ci consentirebbe di dare maggior visibilità ai nostri sponsor. Per questo avrebbe molto più senso che gli elitè senza contratto potessero disputare il campionato italiano con i professionisti e per questo chiediamo che un team alla volta, a rotazione tra le formazioni dilettantistiche più competitive, possa prendere il via a gare come Donoratico, Laigueglia, Larciano, Coppi e Bartali, Trentino, Coppa Bernocchi, Coppa Agostoni, Tre Valli Varesine, Gp Beghelli e altre di questo tipo”.
Il confronto di Treviso, dunque, è servito. Ha aperto una breccia nel muro che ha sempre separato dilettanti e professionisti. Le prossime sfide internazionali, prive di limiti d’età, saranno il Circuito del Porto di Cremona (7 maggio), il Trofeo De Gasperi (2 giugno), la Coppa della Pace (4 giugno) e il Giro del Medio Brenta (9 luglio): e se al via di queste corse, oltre alla Wilier Triestina, ci fossero anche Androni, Bardiani e Nippo quanto più interessante diventerebbe la sfida con i dilettanti?
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