“Despacito. Quiero respirar tu cuello despacito”... E’ il tormentone dell’estate. Cosa c’è di più allegro di un ballo latino americano mentre si è in fuga in una gara di allevi? Eppure succede anche questo.
Gli allievi sono minorenni quindi preferiamo evitare di fare riferimenti a luoghi e gare. Ma nella prima domenica assolata e calda, correndo tra colline odoranti di bigoli in salsa, uova e pancetta, in atmosfera quasi di mare, un bel po’ di musica caraibica ci stava. E ci hanno pensato due ragazzini allievi, promettenti corridori, a mettere un po’ di verve a questo ciclismo sonnecchiante, fatto di nonne e nonni, zie e mamme e papà , amiche e amichette, amici che avevano bisogno di una scoooossaaaa.
Despasito in gruppo ci stava. Meglio se in fuga, a dare il ritmo alla gara che stava girando male. Due auricolari maladrini, o uno a seconda delle testimonianze, fuoriuscivano dal colletto della maglietta. E nascosto tra le pieghe di maglia e pantaloncini, forse in una tasca interna creata ora di default da tutti i costruttori di abbigliamento da gara per i professionisti per tenervi il dispositivo – legalizzato – con il quale comunicare con l’ammiraglia, vi era un dispositivo elettronico per ascoltare musica. Mp3, Ipod o diavolerie simili.
Tant’è che i due ragazzini, o almeno uno di loro, avrebbero rallegrato tutto il gruppetto in fuga. All’arrivo però qualche genitore, temendo si trattasse di radioline, si è presentato in sede di giuria per denunciare il fatto presentando foto e filmati in cui si vedeva chiaramente l’auricolare. E, puntuali, sono arrivati i provvedimenti dei commissari di gara che hanno provveduto a togliere dall’ordine d’arrivo chi, magari per leggerezza, aveva ignorato le regole.
Ora ci sono due tesi opposte. Una di celia, i ragazzi hanno voluto dare una botta di vita alla gara o non erano consapevoli dei divieti. Una relativa alla sicurezza. Nel giorno della morte del pilota di Moto Gp Niky Hayden, che proprio in bici da corsa, pare, usando degli auricolari, è incappato in una macchina uscendo da uno stop, si ripropone il tema della sicurezza stradale fuori gara e in gara. Allievi che incuranti del rischio, ascoltano musica a tutto volume in gara, senza rendersi conto che una caduta, lo stridore dei freni, l’urlo di un compagno per lanciare la volata, avrebbe potuto creare un danno irreversibile, una caduta o chissà che altro. E poi, sono vietati.
Abbiamo interpellato anche il presidente nazionale dei giudici di gara Antonio Pagliara e il presidente veneto Sandro Checchin. “Sono cose non ammesse. Vietate assolutamente. Cercheremo di capire quanto accaduto. La sicurezza è la nostra priorità”. I giudici giustamente controllano e vigilano sulla corsa ma non possono perquisire i ragazzi prima della partenza. Anche se ci sarà pur stato un giudice in moto o in macchina. Certo il filo dell’auricolare si può nascondere nel casco, ma…
La responsabilità ricade allora sui direttori sportivi che devono controllare con dovizia i propri corridori. Si deve fare cultura del rispetto delle regole. Così come i genitori. Troppo spesso ultras. Devono insegnare ai figli che in gara e fuori gara ci sono limiti e doveri. Ma spesse volte, pur di vincere una, corsa si è disposti a tutto. Dal passare pizzini ai corridori delle categorie giovanili in corsa magari fingendo di consegnare un fazzoletto per asciugarsi il sudore o soffiare il naso, a tanti altri stratagemmi. Sono cose che non si possono fare e non si possono emulare.
Purtroppo, invece, sempre più spesso e con maggiore insistenza circolano voci di dispositivi elettronici con input digitali, tecnologie di altissimo livello, utilizzate già nel mondo dei dilettanti per ricevere info sulla gara direttamente dall’ammiraglia. Però in gara non si può fare. E’ vietato. La sicurezza prima di tutto!
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