Ordine d’arrivo:
1° Jai Hindley (Mitchelton Scott)
2° Lucas Hamilton (Mitchelton Scott)
3° Pavel Sivakov (BMC Dev. Team) a 3″
4° Cristian Munoz (Naz. Colombia) a 9″
5° Scott Davies (Team Wiggins) a 15″
6° Mark Padun (Colpack) a 19″
7° Luca Covili (Palazzago Amarù)
8° Robert Stannard (Mitchelton Scott) a 33″
9° Nicola Conci (Zalf Euromobil Désirée Fior) a 37″
10° Neilson Powless (Axeon hagens Berman) a 40″
Classifica generale finale:
1° Pavel Sivakov (BMC Dev. Team)
2° Lucas Hamilton (Mitchelton Scott) a 9″
3° Jai Hindley (Mitchelton Scott) a 17″
4° Scott Davies (Team Wiggins) a 45″
5° Mark Padun (Colpack) a 1’05”
6° Neilson Powless (Axeon hagens Berman) a 2’39”
7° Nicola Conci (Zalf Euromobil Désirée Fior) a 3’01”
8° Robert Stannard (Mitchelton Scott) a 3’25”
9° Nikolay Cherkasov (Gazprom RusVelo) a 4’18”
10° Luca Raggio (Viris Maserati) a 4’22”
Erano tra gli atleti più attesi al Giro d’Italia Under23 e non si sono tirati indietro.
Gli australiani della Mitchelton Scott, già mattatrice della cronometro con Lucas Hamilton, firmano il bis nella settima e ultima frazione, da Francavilla al Mare (Ch) a Campo Imperatore (Aq), ipotecando il tracciato di congedo con Jai Hindley che, sulle esigenti rampe in direzione dell’arrivo in quota, firma il capolavoro oceanico precedendo il compagno di colori già vincitore del time trial.
Pavel Sivakov vince – anzi, domina – l’edizione 2017 della gara 2.2U. Il russo della BMC Development, figlio d’arte e talento cristallino, non si limita a difendere la Maglia Rosa e a due km dalla conclusione si lancia all’attacco solitario, trovando sulla propria strada la risposta degli agguerriti “canguri”, che lo sorpassano nel finale ma non ne scalfiscono l’incontrastata leadership.
ULTIMO ATTO – La frazione di congedo prometteva spettacolo e così è stato: dopo una settimana di lotte, vittorie, sconfitte, trionfi e delusioni il destino della corsa è affidato a 148,9 km, gli utlimi e anche i più difficili. In quella che è la tappa regina la voglia di ritagliarsi un momento di gloria è tanta, ma il gruppo scalpita e la fuga stenta a sganciarsi. Bisogna aspettare una cinquantina di km per vedere andarsene via Andrea Di Renzo (Marche), Cezary Grodzicki ed Eros Colombo (Palazzago), Mattia Melloni (Team Friuli), Michele Corradini e Paolo Baccio (Mastromarco), Michel Piccot (Gavardo), Emiel Planckaert (Lotto), Filippo Tagliani (Delio Gallina), Aleksandr Vlasov e Giacomo Garavaglia (Viris), Stephen Williams (SEG Racing), Jhon Anderson Rodriguez e Wilmar Paredes (Colombia), Francesco Mancini e Andrea Villanti (Snep Focus).
Le salite intermedie mettono a dura prova il drappello dei battistrada, come la smania del plotone di non lasciare troppo spazio agli ardimentosi, e l’azione si esaurisce del tutto a 22 km dalla fettuccia di meta, quando anche Filippo Tagliani (Delio Gallina) viene ripreso. Anche il tentativo da lontano di Jhon Anderson Rodriguez (Colombia) e Luca Covili (Palazzag) non trova fortuna e la bagarre decisiva si scatena sull’asperità in direzione di Campo Imperatore. Verso il gran premio della montagna Hors Categorie in testa restano in dieci: Mark Padun (Colpack), Luca Covili (Palazzago), Nicola Conci (Zalf), Lucas Hamilton, Jai Hindley e Robert Stannard (Mitchelton Scott), Scott Davies (Team Wiggins), Nikolay Cherkasov (Gazprom RusVelo), Cristian Munoz (Colombia) e, naturalmente, la Maglia Rosa Sivakov.
A rompere gli indugi in questo drappellino di lusso è un indomito Covili, ma ad aprire le ostilità con maggior decisione è la Maglia Rosa. Il forcing di Sivakov mette in riga i migliori di giornata, ma non gli australiani che, con un posto sul podio già al sicuro, si riportano su di lui e, poi, lo saltano per andarsi a prendere il successo parziale e, magari, provare a far valre rosee ambizioni. Se il primo intento riesce, non va a buon fine il secondo dato che Sivakov, al traguardo, accusa un ritardo di soli 3″. Troppo pochi per strappare le insegne del primato, ma abbastanza per centrare una strepitosa e prestigiosa doppietta.
BILANCIO ITALIA – Il bilancio dell’Italia in quella che si è confermata come la sfida sino a ora più avvincente – e internazionale – della stagione non è una Caporetto, ma neanche un’esaltazione. Gli atleti del Bel Paese si difendono con onore e, grazie alla zampata di Francesco “Ciccio” Romano (Palazzago), festeggiano anche una vittoria ma, nonostante i piazzamenti e la caparbietà, gli avversari stranieri si sono dimostrati un passo avanti.
Vuoi la sfortuna – Matteo Fabbro (Cycling Team Friuli), sesto in classifica a 23″ e tra gli scalatori più temibili, cade e si frattura per la seconda volta nel giro di due mesi la clavicola -, vuoi che oltre confine il coltello agonistico è meglio serrato tra i denti, gli Azzurri pagano dazio e si accontentano. Corazzata Tricolore rimandata a settembre, dunque; ai prossimi appuntamenti e ai Campionati del Mondo dove, lì per davvero, bisognerà tirar fuori tutta la grinta e le qualità che di certo non mancano agli italiaci ragazzi.