Credevamo di averlo sconfitto o, almeno, di essere riusciti a segregarlo in qualche buia e segreta cella dalla quale non sarebbe più potuto fuggire. E invece no, non é andata così; il mostro del doping é ritornato in libertà, più forte e più crudele che mai.
Stando a quanto emerge dalle indagini in corso, i recenti fatti di Lucca hanno portato alla luce una realtà così inquietante e grave che può essere opera solo di un mostro, un mostro del passato, il mostro del doping. Sul caso é prontamente, e giustamente, intervenuta la Federazione Ciclistica Italiana che, con un duro e fermo comunicato, ha chiesto massima severità per i responsabili.
Si, massima severità perché diffondere il doping tra i giovani – forse anche contro la volontà degli stessi – é un fatto grave che deve essere punito severamente perché non si può insegnare lo “sport corrotto” quello falsato, quello dei furbetti. E che dire dei genitori che – a quanto sembrerebbe emergere dalle indagini – sapevano ed erano accondiscendenti verso questa pratica sleale, vietata e pericolosa per la salute dei loro figli?
Nulla, non si può dire nulla perché se le indagini dovessero confermare questa circostanza, il fatto si commenterebbe da solo e la coscienza di ciascuno si darebbe una risposta. Ancora una volta, purtroppo, leggiamo e apprendiamo di fatti e di pratiche illecite che mettono in pericolo la salute di giovani ciclisti quando, altrove, qualcuno si sta battendo da tempo per loro sicurezza e la loro incolumità.
Già perché a fronte di alcune persone che mettono e repentaglio la vita, la salute e la sicurezza dei ciclisti, altre si battono ostinatamente per la loro sicurezza e incolumità, proprio come nell’eterna lotta tra il bene e il male.
La sicurezza stradale dei ciclisti é ormai una battaglia che portiamo avanti da parecchio tempo con l’aiuto e il sostegno sempre crescente di persone, associazioni, federazioni e amministrazioni Comunali che hanno fatto della sicurezza stradale dei ciclisti una loro priorità.
Così il Senatore Davico presenta al Senato il disegno di legge 2658 ribattezzato #salvaciclisti e il Comune di Gallarate appone per primo i cartelli che invitano al sorpasso dei ciclisti a 1,5 mt e altre associazioni sostengono il progetto. Dall’altra parte, invece, il “mostro” lusinga atleti con pratiche illecite e vietate che promettono risultati facili in poco tempo. Ma il mostro non dice che questa “scorciatoia” verso il successo è la vittoria, é una scorciatoia pericolosa per la salute di chi pratica questo tipo di comportamento illecito.
In tutto ciò, mi chiedo dove siano finite quelle associazioni che hanno fatto della sicurezza dei ciclisti una loro “bandiera”. Mi chiedo perché non prendano una posizione netta, chiara è ferma di condanna verso queste pratiche illecite che minano gravemente la salute e la sicurezza degli atleti che proprio loro dovrebbero difendere.
Ma noi italiani, forse, siamo fatti così. Noi preferiamo stare in silenzio per non urtare nessuno, per aspettare di capire “da che parte tira il vento” per poi schierarci. E allora, nell’assordante silenzio di alcuni, non posso che condividere e sostenere la ferma e corretta posizione della FCI che senza tanti se è tanti ma, ha giustamente condannato i fatti di Lucca, perché sono convinto che il silenzio altro non fa che alimentare il “mostro”.
Servizio a cura di Patrich Rabaini
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