Il Trittico internazionale di Pasqua ha celebrato ancora una volta il meglio del ciclismo under 23 sulle strade del Veneto. Ma dei tre giorni di gare, la domenica riservata al Trofeo Piva ha lasciato pubblico e addetti ai lavori con l’amaro in bocca. Un “pesce d’aprile” che non ha convinto e ha lasciato molti punti di domanda.
L’ambito Trofeo di Col San Martino (Tv), ha da sempre abituato ad un percorso spettacolare: spettacolare perchè selettivo, oltre che per le bellezze paesaggistiche.
Ciò che invece è andato di scena lo scorso 1° aprile non ha avuto nulla a che vedere con la durezza del percorso che appartiene al Piva, e che gli amanti del ciclismo conoscono bene.
Nonostante le valide motivazioni che hanno portato l’organizzazione della corsa a modificare il tracciato di gara rendendolo più “facile” e aperto ma anche molto meno spettacolare e selettivo: in tanti si sono chiesti perché non sia stato scelto un tracciato tra le colline di Valdobbiadene ricavando un percorso alternativo che prevedesse una salita, uno strappo, veramente in grado di dare spettacolo e fare una vera selezione tra i corridori in gara.
Invece sul traguardo di Col San Martino, si è assistito ad una volata quasi di gruppo. “Quasi” solo perchè un bravissimo Paolo Baccio della Mastromarco Sensi Nibali, facendo valere le sue doti da finisseur, con un allungo negli ultimi chilometri di gara, è riuscito ad anticipare il folto gruppo andando cosi ad aggiudicarsi la 70^ edizione del Trofeo Piva.
In un calendario, quello riservato agli under 23, già ricco di gare con circuiti piatti o con strappi, strappini e strappetti che non fanno assolutamente selezione vi è la necessità di salvaguardare le prove più impegnative per consentire a tanti ragazzi di talento di esprimersi al meglio delle proprie capacità. Gare come il “Piva” devono far emergere i veri corridori del futuro, perchè una volta professionisti lo “strappo” è solo l’antipasto.
L’augurio, quindi, è che, archiviato il “pesce d’aprile”, dalla prossima edizione la classica di Col San Martino torni ad appropriarsi della sua storia, della sua natura, del suo valore, ciò che lo contraddistingue ormai da moltissimi anni.
Servizio a cura di Marco Furlanetto