Il duello più atteso al Cross del Ponte di Faè di Oderzo (Tv) non è andato in scena sul fango ma all’interno della tenda riservata al collegio di giuria. Motivo del contendere l’italo-tedesco Marco Brenner: uno dei migliori talenti della categoria a livello europeo che è approdato tra gli juniores e ha scelto di gareggiare per l’italiana Autozai Contri Omap. In attesa dell’apertura della stagione su strada, la formazione scaligera ha deciso di farlo debuttare nel ciclocross e, già da alcune settimane, Brenner ha gareggiato sui campi del cross internazionale di mezza Europa.
Oggi si era presentato con le migliori intenzioni al ritrovo di partenza dell’internazionale di Faè di Oderzo (Tv), convinto di far valere le norme dell’UCI e, invece, il collegio di giuria lo ha fatto accomodare a bordo strada. “Marco non può correre perchè non è in regola con la normativa della FCI” è stata l’obiezione mossa dal collegio presieduto dall’esperto Celeste Granziera che aveva ricevuto nei giorni scorsi precise istruzioni dalla FCI.
IL CASO BRENNER – Dopo aver vinto diverse gare tra gli allievi, tra cui anche la Coppa d’Oro, Brenner è stato oggetto dei desideri di tante formazioni juniores italiane. Ma quasi tutti hanno desistito di fronte alle regole della FCI che non consentono ai team juniores di tesserare un atleta straniero che non sia residente in Italia e che non abbia gareggiato in Italia nelle categorie giovanili.
Non si è arresa, invece, l’Autozai Contri Omap che ha deciso di puntare sul talento italo-tedesco per la stagione 2019: “Marco ha doppio passaporto: italiano e tedesco” spiega il presidente Enrico Mantovanelli. “Ha optato per il passaporto tedesco e si è tesserato con la federazione tedesca indicando come squadra l’Autozai Contri Omap”.
Una scelta che ha attirato le ire della Struttura Tecnica della FCI per la quale Marco Brenner non può assolutamente gareggiare per una formazione italiana se non opta per la nazionalità italiana.
QUALE NORMATIVA? – La questione, però, non è finita qui. Perchè Marco Brenner, atleta tedesco regolarmente affiliato alla federazione tedesca e tesserato per una società italiana, secondo l’UCI avrebbe tutto il diritto di gareggiare per la formazione prescelta. E infatti, sino ad oggi, Marco Brenner ha regolarmente gareggiato tanto da occupare la 67^ posizione nel ranking UCI del Ciclocross.
E allora il dubbio resta: quale normativa avrebbero dovuto applicare i giudici a Faè di Oderzo dal momento che la prova era inserita nel calendario internazionale? In teoria avrebbero dovuto applicare la normativa UCI che avrebbe consentito a Brenner di gareggiare ma, allo stesso tempo, farlo partire avrebbe significato per la FCI accettare che un team italiano potesse tesserare e far gareggiare uno juniores straniero.
E DOMANI SI REPLICA – “Marco è un atleta tedesco, regolarmente tesserato in Germania e oggi, in una gara internazionale, aveva tutto il diritto di gareggiare e di confrontarsi con gli altri atleti. In questo modo è stato penalizzato e discriminato: gli è stato impedito di provare a guadagnare punti UCI preziosi in vista del mondiale. Nelle scorse settimane, in Olanda, Svizzera, Francia e Germania nessun giudice europeo ha sollevato alcuna obiezione e Marco ha sempre potuto gareggiare regolarmente. Mi chiedo come sarebbero andate le cose se anche a Faè di Oderzo ci fosse stato un presidente di giuria straniero” sottolinea il numero uno della Autozai Contri Omap.
Finita qui? Neanche per sogno. Domani, infatti, il ciclocross internazionale farà tappa a Gorizia e Marco Brenner, regolarmente iscritto, si ripresenterà alla punzonatura. Ad attenderlo ci sarà un altro presidente di giuria italiano. “Noi non chiediamo alcuna deroga. Chiediamo solo che venga applicata la normativa UCI: abbiamo scelto di investire su di lui per alzare il livello del movimento italiano, siamo convinti che sia arrivato il momento di uscire dal nostro recinto e di permettere ai nostri migliori ragazzi di confrontarsi veramente con i migliori talenti del panorama internazionale. Inutile stravincere in Italia se poi, non appena varchiamo il confine, si prendono batoste dagli stranieri” ha spiegato Enrico Mantovanelli. “Domani saremo a Gorizia, nella speranza che nel frattempo anche la FCI prenda atto delle obiezioni che abbiamo avanzato”.
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