Il 47° Convegno Tecnico Regionale dei Giudici di Gara del Veneto ha colpito ancora una volta nel segno. Merito della Commissione Regionale guidata dal presidente Sandro Checchin che ha saputo mettere insieme una intensa giornata di aggiornamento che ha permesso ai Giudici di Gara del Veneto di scaldare i motori in vista della nuova stagione.
IL PUNTO – Ad aprire la giornata è stato il saluto del presidente regionale Iginio Michieletto, affiancato anche dal Consigliere Nazionale Gian Paolo Fantoni: “Voglio ringraziarvi per il servizio che settimanalmente fornite al nostro movimento. Colgo l’occasione per chiedervi sempre maggior attenzione per far si che il nostro movimento diventi sempre più il “ciclismo con il sorriso”. In particolare vi voglio chiedere di aiutarmi nel monitorare la categoria juniores che negli ultimi anni è diventata sempre più competitiva e conflittuale” ha spiegato Michieletto.
Dopo l’approfondimento sull’utilizzo del fotofinish curato da Riccardo Scanferla e le relazioni di aggiornamento sulle novità inserite nei regolamenti tecnici e operativi curate da Giuseppe Canazza, Francesco Buso e Francesco Dalla Balla, la giornata è entrata nel vivo grazie alle relazioni predisposte da Serenella Montis e Michela Vidori che hanno informato la platea sulla situazione nazionale dei giudici di gara.
Ad accendere però la folta ed appassionata presenza è stato l’intervento del presidente regionale della commissione dei giudici di gara, Sandro Checchin che nella propria relazione annuale ha analizzato i numeri della stagione 2018 e non ha fatto mancare qualche critica costruttiva al sistema. “Voglio complimentarmi con tutto il gruppo dei giudici del Veneto perchè quest’anno hanno saputo lavorare come una grande orchestra nella quale non ci sono solo dei grandi solisti ma un insieme di elementi che sanno fare gioco di squadra” ha sottolineato Checchin. “Detto questo non posso tacere il fatto che la riduzione del numero di giudici designati per alcune tipologie di gare deciso dalla FCI, oltre a non essere razionale, ci ha messo in enorme difficoltà. Gestire una kermesse di Under 23 con appena due giudici è impossibile; allo stesso tempo non abbiamo ancora compreso il ruolo dei GAP, i giudici per le attività promozionali, che in più di qualche occasione si sono rivelati del tutto superflui”.
Ma le annotazioni di Checchin sono proseguite anche in relazione al Regolamento Tecnico: “La misurazione dei rapporti dopo il traguardo in molti casi è impraticabile e ci sta mettendo in grave difficoltà. In questa stagione ho chiesto a dei colleghi di cronometrare il tempo tra l’arrivo e la misurazione: nei casi più veloci si tratta di tre-quattro minuti. Il regolamento tecnico prevede che questa procedura venga svolta “immediatamente” dopo l’arrivo. Quindi ci stiamo prendendo in giro: in questo spazio temporale è impossibile tenere sotto controllo la situazione e ci troviamo a svolgere una misurazione che potrebbe essere tranquillamente falsata. Chiedo ha chi ne ha il potere di rivedere questa normativa”.
Infine, l’ultima osservazione, Checchin l’ha riservata alla categoria juniores che nel 2018 in Veneto è stata protagonista della maggior parte dei provvedimenti disciplinari (13 contro gli atleti e 11 contro i ds): “Si tratta della categoria più problematica ma è nostro compito evitare il realizzarsi di questi fatti. Allo stesso tempo, però, esigo che la nostra categoria venga rispettata da tutti gli operatori in campo: noi giudici siamo quelli che settimanalmente subiscono gli attacchi peggiori da dirigenti e genitori, e questo è inaccettabile. Siamo umani, possiamo sbagliare ma voglio chiedere a tutti di credere nella nostra buona fede e nella volontà di tutta la nostra categoria di decidere sempre al meglio delle nostre possibilità” ha concluso Checchin.
IL PREMIO REGHIN – Al termine della mattina di lavori, la Commissione Regionale ha consegnato i riconoscimenti per la stagione 2018: il distintivo d’oro è andato a Mario Da Lio, Antonio Pegoraro, Dialma Schraulek e Giuseppe Vettori, mentre i premi regionali a Federico Baldan, Diego Fantin, Francesca Masiero e Alessio Turco e il Memorial Giovanni Rizzo a Giuliano Sanson.
Applausi e un pizzico di emozione, infine, per la consegna del Premio Reghin all’allievo Davide De Cassan che a 20 anni di distanza da Damiano Cunego ha riportato alla ribalta i colori della Bruno Gaiga Campi Antincendi. De Cassan corridore-studente veronese è nato a Riva del Garda (Trento) il 4 gennaio del 2002, suona la batteria e da poco con la sua rockband ha inciso il suo primo disco. Nel 2018 ha ottenuto quattro vittorie su strada e ha conquistato il titolo italiano su pista dell’inseguimento a squadre. L’atleta, che ha un ottimo profitto scolastico, frequenta il Liceo Scientifico “L. Calabrese-P. Levi” di San Pietro in Cariano (VR) e ha una media superiore all’otto. Nella prossima stagione correrà per Us Ausonia Csi Pescantina.