Il 2019 degli juniores si aprirà domenica sulle strade di tutta Italia proprio mentre vanno definendosi i tanti cambi di casacca registrati nel corso dei mesi invernali.
Quella degli juniores è infatti la prima categoria internazionale dove il ciclomercato inizia ad avere la propria rilevanza e, pur sopravvivendo le formazioni plurime, sono stati molti i casi che hanno acceso il dibattito nel corso dei mesi invernali.
Al centro dell’attenzione il Comitato Lombardia del presidente Cordiano Dagnoni che aveva prima chiuso, come provocazione nei confronti del consiglio federale, e poi ha definitivamente aperto, i confini della Lombardia in tema di vincoli regionali. “E’ ora di finirla con i campanilismi che non fanno altro che dividere il nostro movimento, bisogna aprire la nostra visione ad una prospettiva che ormai è internazionale” ha avuto modo di spiegare il numero uno lombardo.
Ne ha giovato Gianluca Cordioli che dal Mincio si è trasferito all’Adige, passando dalla lombarda Aspiratori Otelli alla scaligera Assali Stefen Omap.
Disco rosso nelle Marche, invece, per il promettente Gianmarco Garofoli che avrebbe voluto passare in Lombardia tra le fila del Team LVF: il presidente Lino Secchi non ne ha voluto sapere di lasciar andare uno degli allievi più vincenti del 2018 e, dopo un primo periodo in cui aveva negato anche la possibilità di ammettere una affiliazione plurima, ha concesso la mano alla formazione bergamasca che quest’anno avrà quindi affiliazione in Lombardia e nelle Marche.
Sempre in tema di allievi di spessore, il laziale Lorenzo Germani, campione italiano a cronometro, ha trovato casa in Toscana, alla Romagnano che anche quest’anno avrà una affiliazione plurima con la padovana Work Service che, a sua volta, ha portato a casa tre atleti dal Friuli Venezia Giulia: il tricolore Eric Paties Montagner, il suo compagno di squadra Christian Pase e il promettente Valentino Pessotto.
Un’operazione, quella tra Friuli e Veneto, che è riuscita solo grazie alla ragionevolezza del presidente friulano, Stefano Bandolin che con l’accordo delle società del Friuli Venezia Giulia e l’approfondita conoscenza della giurisprudenza degli organi di giustizia della FCI, ha inaugurato una nuova visione sui vincoli regionali: “Ritengo che i vincoli abbiano un significato nelle categorie giovanili perchè permettono di tutelare atleti e società ma non vedo una utilità negli juniores: si tratta di una categoria internazionale, dove i ragazzi sono chiamati a confrontarsi con atleti provenienti da tutte le parti del mondo ed è giusto che possano trovare anche fuori regione le realtà più adatte a supportarli” ha illustrato Bandolin.
Porte chiuse in Veneto, invece, per il Team Danieli che, pur in presenza di una doppia affiliazione Veneto-Friuli, avrebbe voluto spostare ad est il veneziano Marco Codemo. Un trasferimento negato con forza dal presidente Igino Michieletto, favorevole al “ciclismo con il sorriso” ma contrario da sempre al diffondersi di un ciclomercato “spinto”.
Ad una settimana dal via della stagione resta da definire ancora il trasferimento del toscano Giosuè Crescioli che dalla Pitti Shoes potrebbe passare alla Uc Casano e, soprattutto, l’ingarbugliata vicenda del tedesco Marco Brenner che ha scelto di tesserarsi con l’Autozai Contri ma che è stato, sino ad oggi, “rifiutato” dalla FCI nonostante il parere favorevole della BDR (federazione ciclistica tedesca) che lo ha tesserato per il team italiano.
Nonostante i regolamenti impediscano alle società italiane juniores di tesserare un atleta straniero, Brenner gareggerà per la formazione veronese in alcune gare del calendario internazionale oltre che, grazie alle previsioni regolamentari introdotte dalla FCI ad inizio 2019, in quattro tra le più prestigiose prove del calendario italiano.
Si parte dunque anche se il confronto, a livello federale, è quantomai aperto con la speranza che nel 2019 arrivino, anche su questo fronte, importanti novità.
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