Meritano un gran ben segno più gli azzurri della nazionale italiana Under 23 che nella trasferta in coppa delle nazioni hanno dato spettacolo e conquistato punti pesantissimi in prospettiva mondiale.
PIU’ – Difficile dire se i risultati siano il frutto del fiorire delle continental italiane, quello che è certo è che ci troviamo di fronte ad una generazione di giovani promesse che potrebbero avere davanti un futuro decisamente roseo: da Samuele Battistella e Matteo Sobrero sino agli emigranti Alberto Dainese, Michele Gazzoli e Nicholas Dalla Valle, senza dimenticare Giovanni Aleotti, Nicola Venchiarutti, Andrea Bagioli, Gregorio Ferri, Alexander Konychev e tanti altri, una nazionale italiana così forte non si vedeva dagli anni 90. A Marino Amadori il compito di condurla al successo iridato che manca dal 2002.
MENO – Il caso del selezionatore toscano risultato positivo ad un controllo antidoping ripropone al centro dell’attenzione, con un pesante segno meno, il tema della formazione dei dirigenti del ciclismo italiano. Urge l’adozione di misure che siano in grado di garantire la trasparenza, la correttezza e l’integrità delle persone a cui viene affidata la crescita dei nostri giovani atleti. Senza un buon insegnante è difficile crescere degli ottimi alunni, e senza giovani promettenti il nostro è un movimento senza futuro.
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