Si parla molto spesso di sicurezza per chi va in bicicletta e per gli atleti impegnati in gara. Il segno più va agli organizzatori che ogni domenica si adoperano, fanno salti mortali e si assumono responsabilità enormi per garantire a tanti ragazzi la possibilità di gareggiare. Per questi uomini e donne le tutele sono sempre troppo poche e i problemi sono spesso dietro l’angolo: basta una caduta, un incrocio sguarnito o un autista disattento per farli finire in guai che spesso hanno lunghi strascici giudiziari.
Il segno meno va, invece, ai tanti autisti che ogni settimana, non rispettano quel benedetto Articolo 9 del Codice della Strada. Se tutti lo conoscessero e lo applicassero sarebbe molto più facile garantire la sicurezza degli atleti: al passaggio dell’auto recante il cartello “Inizio Gara Cicilistica” non c’è altro da fare che accostare e attendere il passaggio della carovana sino al sopraggiungere dell’auto “Fine corsa”.
Tanto facile eppure sono pochi quelli che si fermano per far passare i corridori: molto spesso non bastano neppure dozzine di motostaffette a fermare i Sebastian Vettel delle strade italiane che si piantano a metà strada solo quando di fronte si ritrovano il muro di atleti.
L’invito, per tutti, è di rispettare le gare ciclistiche, dal giro d’italia all’ultima delle corse per giovanissimi, e di fermarsi fuori dalla carreggiata non appena si incontra l’auto “inizio gara”.
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