Team Monti, il “giorno dopo”. Cosa resta oltre all’amarezza e alla disillusione per una squadra continental che avrebbe dovuto essere un punto di riferimento per l’intero movimento e, invece, si è dissolta nel nulla a pochi giorni dall’avvio della stagione?
Sul campo, vittime di un disegno strampalato che non ha mai visto la luce, restano dirigenti, atleti e tecnici senza un impiego. Orfani di quel progetto di cui hanno fatto parte per pochi mesi e che hanno cercato di sostenere fino all’ultimo.
Riccardo Magrini, come Stefano Zanatta e Roberto Amadio, sono tornati prima di tutti alle loro occupazioni e, per chi ce l’ha, alla pensione. Michele Gazzoli e Gabriele Benedetti si erano già accasati rispettivamente alla Colpack e alla Casillo Petroli Firenze. Per tutti gli altri ora c’è solo un grande punto interrogativo che pesa come un macigno sul proprio futuro e il telefono che resta lì, in attesa di uno squillo carico di speranze.
ATLETI ALLA RICERCA – Il “giorno dopo” l’addio ufficiale al Team Monti, trascorre in un tam-tam di telefonate: “questo ragazzo merita, ha degli ottimi valori, si è allenato per tutto l’inverno, è pronto per correre”. Le raccomandazioni si sprecano ma al 14 febbraio, nel giorno degli innamorati, a 8 giorni dalle prime gare dei dilettanti e a 48 ore dal Trofeo Laigueglia i posti latitano come gli indios nelle riserve americane.
Per amazzare l’indiano, scelto da Tony Monti come il simbolo del proprio team, non si è atteso il 18 febbraio, anniversario della prima spedizione di Cortes contro gli aztechi (era il 1519), si è consumato tutto prima. “Ci vedremo alla San Geo” aveva affermato fiducioso Tony Monti, poi il debutto si era spostato in toscana, alla Firenze-Empoli e poi non se ne è fatto più nulla.
Ora a cercare squadra sono Luca Colnaghi, Emanuele Amadio, Alessandro Santaromita, Federico Guzzo, Vojislav Peric, Davide Dapporto ed Enrico Loss. Tutti ragazzi promettenti, provenienti da esperienze e realtà diverse ma con una unica cosa in comune: la necessità di trovare in fretta una sistemazione per poter almeno dimostrare sulla strada il proprio valore.
TEAM MANAGER? FACILE! – Il “giorno dopo” è una giornata carica di tristezza nel considerare come sia facile nel ciclismo dare vita ad una società e sia altrettanto facile vederla fallire tragicamente: se non fosse bastato il caso della italo-ungherese E-Powers ora c’è pure l’esempio del Team Monti. Aldilà delle singole vicende, è evidente che chiunque si può inventare team manager del ciclismo. Anzi volete saperla tutta?
Oggi è più facile iniziare a fare il team manager di una squadra di ciclismo che aprire una gelateria. E non è uno scherzo. Una nota catena pubblicizzata su tutti i canali tv nazionali chiede 4.900 euro di deposito per aprire una gelateria in franchising mentre per mettere in piedi una società ciclistica anche oggi bastano un pugno di promesse.
PAROLE BEFFARDE – Una società, il Team Monti, nata a tavola, da una chiacchierata tra Tony Monti e Riccardo Magrini: come facevano i grandi patron 30 o 50 anni fa. A raccontarlo ai microfoni di Tina Ruggeri per ciclismoweb.net, pochi mesi fa, erano stati proprio loro. La nuova coppia del ciclismo italiano: Tony Monti e Riccardo Magrini. A riascoltare l’intervista registrata a Legnano, in occasione della Coppa Bernocchi, quelle parole risuonano quasi beffarde. Si parla di futuro, di grandi progetti e di grandi valori di cui oggi non restano che le ceneri.
Su una cosa Tony Monti ha ragione: la parola fine, in tutta questa vicenda, non è ancora stata messa. Una vera e propria fine si avrà solo quando tutti i ragazzi coinvolti in questo team avranno trovato una sistemazione.