E’ un Elia Viviani sereno e sorridente quello che arriva al Castello di Bevilacqua per la festa del fans club capitanato da Agostino Contin con lo zainetto sulle spalle. Fino a poche ore prima stava girando in pista a Montichiari per preparare l’assalto ai prossimi campionati del mondo, una nuova avventura con la maglia della nazionale che farà da preambolo all’appuntamento estivo con i Giochi Olimpici di Tokyo: “Quest’anno è un anno olimpico e per questo si torna in pista. La preparazione olimpica è iniziata già dall’anno scorso per centrare la qualificazione ma adesso si entra nel vivo. Rio mi ha regalato delle emozioni indimenticabili e voglio andare a Tokyo per cercare di riviverle”.
Un ciclismo che negli ultimi quattro anni è cambiato e si è evoluto, così come le regole dell’omnium, disciplina da sempre amata dal veronese di Vallese di Oppeano, che sembra strizzargli nuovamente l’occhio: “Mi piaceva di più la vecchia formula perchè era una competizione più completa ma devo ammettere che con le nuove regole sono avvantaggiato perchè si tratta di una disciplina che si avvicina molto di più alla strada e che quindi mi permette di passare con maggiore facilità dagli impegni su strada a quelli su pista”.
Ma come lui saranno in tanti a provarci a Tokyo… “Su tutti bisognerà fare attenzione al francese Benjamin Thomas, al tedesco Roger Kluge, a Cameron Meyer che tornerà in pista e a Lasse Norman Hansen che ha già due medaglie olimpiche al collo”.
Una pista che si è evoluta anche in Italia in questi anni, nonostante l’assenza cronica di un impianto funzionante per gli allenamenti azzurri: “E’ già una bellissima notizia che sia stato riaperto Montichiari per i nostri training. Oggi, grazie al lavoro di Marco Villa, possiamo contare su un quartetto tra i migliori al mondo che andrà a Tokyo per giocarsi una medaglia. A Rio sembrava un sogno e invece è diventata realtà.”
Un quartetto che ai mondiali di Berlino a fine febbraio andrà a caccia di una medaglia pesante e di cui potrebbe far parte anche lo stesso Elia Viviani vista l’emergenza in cui si troverà ad operare Marco Villa anche a causa dell’assenza di Liam Bertazzo per infortunio. Ma, intanto, è ancora tempo di guardare alla strada e a quella prima vittoria in maglia Cofidis tanto attesa: “Purtroppo il 2020 non è iniziato nel migliore dei modi con la caduta in Australia e i cambi di programma, ma nonostante questo sento di stare bene: correrò domenica ad Almeria, in Spagna, poi la Volta Algarve e, dopo i mondiali, farò Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo”.
A proposito di strada c’è un Viviani che ha già vinto: una pressione in più?
“In realtà la vittoria di Attilio ha tolto pressione a tutta la squadra perchè ci ha regalato il primo successo del 2020 e ci consente di correre con più serenità. In Spagna correremo insieme in una squadra World Tour e se non è un sogno per due fratelli, poco ci manca. Sono felice che abbia trovato prima lui il successo, speriamo arrivi presto anche il mio turno”.
Una scelta coraggiosa quella di passare da squadre blasonate come Sky e Quick Step alla Cofidis… “Una scelta dettata dalla voglia di costruire un gruppo tutto per me. Qui ho trovato l’ambiente giusto per farlo, poi sono arrivati rinforzi preziosi come quelli di Fabio Sabatini, di mio fratello Attilio e di Simone Consonni con cui stiamo trovando i giusti meccanismi”. A proposito di Consonni, qualcosa in Australia non ha girato come doveva? “In realtà c’è un bellissimo rapporto con Simone, credo sia l’atleta giusto al posto giusto perchè ha l’esperienza e le qualità per aiutarmi a vincere. Per lui non è facile, passare da fare le volate a lanciarle è un passaggio che richiede qualche tempo di assestamento per prendere bene le misure ma tra noi c’è una grande amicizia e un bel feeling per cui vedrete che già dalle prossime gare saremo là per giocarci il successo”.