E’ stato un venerdì di passione in tutti i sensi, anche per il ciclismo. Il venerdì di Pasqua, di una Pasqua che sembra ormai senza Resurrezione per l’economia soprattutto, è stato un giorno difficile anche per il nostro ciclismo nazionale. In una conference call, il Presidente Federale Renato Di Rocco, di concerto con tutti i presidenti dei comitati regionali ha spostato ancora di qualche settimana la ripartenza delle corse e dell’attività agonistica.
La data fissata al primo giugno, dunque, slitterà ancora.
“Finché non saranno ancora definiti i principi di sicurezza sanitaria non possiamo attivarci con gare, anche se fossero di piccola entità come le gare per giovanissimi che in gran parte sono di carattere provinciale – illustra il presidente federale -. Creano assembramento e purtroppo ci dobbiamo attenere ai decreti ministeriali e della presidenza del consiglio dei ministri. E’ pur vero che ogni regione sta facendo delibere a se, dal Veneto che ha timidamente aperto alla Lombardia che continua la serrata. Noi dobbiamo tener fede a regole e disciplinari di carattere nazionale”.
Pertanto quando si ipotizza la ripartenza?
“A luglio credo sia il periodo più realistico. In Francia stanno insistendo ad esempio per far ripartire il Tour a fine agosto. E in Francia sono più indietro rispetto a noi di almeno due settimane con la pandemia. E stanno premendo perché uno dei tre eventi mondiali, ovvero la Grande Boucle sia ai blocchi di partenza verso la fine dell’estate. Con i presidenti regionali c’è stato un confronto acceso per le varie problematiche sulla sospensione di gare e rinvio di altre ma alla fine abbiamo trovato la quadra sulla situazione reale”.
Tutto spostato a partire da luglio?
“Per forza. E’ ipotizzabile il Giro a ottobre. Lo vogliono fare di tre settimane, partendo dalla Sicilia. Mancheranno le tappe straniere? Si parla di recuperarle in Italia. Siamo in attesa a fine aprile anche sulla decisione dei Mondiali su strada che si dovevano correre a fine settembre in Svizzera. Nel comune dove si sarebbero corse le prove iridate era in programma anche una grande fiera del turismo. A rischio pure quella”.
I campionati Europei in Trentino?
“Anche quelli dovrebbero essere recuperati. Non è chiaro quando poterli ricollocare. Sarà un calendario agonistico corto. Si cercherà di farci stare più eventi possibili ma ovviamente si potrà correre sino a quando le temperature lo permetteranno”. Calendario corto.
Congelare la stagione come qualcuno ha ipotizzato in questi giorni?
“Assolutamente no. Perché sacrificare quelle corse che potranno comunque rimanere in calendario? Ricevo ogni giorno decine di telefonate di confronto. Corridori, società, presidenti, sponsor. C’è voglia di ripartire e rispetto a qualche giorno fa riscontro molta positività negli addetti ai lavori. Voglia di tornare a pedalare, di gareggiare. Di ripartire insomma. Ovviamente le preoccupazioni economiche sono tante ma il ciclismo, più che mai questa volta, deve pedalare unito anche se la salita non sarà facile”.
A proposito di pedalare, quando si scenderà dai rulli per tornare almeno ad allenarsi sulle strade?
“Dopo il 4 maggio, da decreto, in sicurezza sanitaria si dovrebbe poter tornare a pedalare sulle strade e ad allenarsi. Speriamo sia così stavolta”.