Sono servite 400 pagine al Politecnico di Torino per completare l’analisi sulla ripartenza del mondo dello sport. Il dossier consegnato al Ministro dello Sport Spadafora, analizza le diverse e possibili forme di attività sportiva sia per l’allenamento sia per le gare; uno studio che parte dall’autovalutazione del rischio richiesta ad ogni federazione sportiva sulla base degli elementi più rilevanti ai fini della possibilità di contagio da Covid 19.
Il modello di confronto adottato per tutti gli sport, suddivisi al proprio interno per singola disciplina, è stato quello delle “3D” relativo al rispetto della distanza, utilizzo dei dispositivi e applicabilità della digitalizzazione suddivisi per ambiti di valutazione sul sito sportivo, sito di allenamento, sito di gara ed evento pubblico.
GLI SPORT PIU’ A RISCHIO – Il fattore di rischio è stato indicato da ciascuna federazione con un indice crescente da 0 (inesistente) a 4 (elevato). Vela, golf, equitazione, pesca, tennis e nuoto in mare aperto sono risultati gli sport a rischio praticamente zero mentre tra i più pericolosi (a livello 4) sono stati annoverati il pugilato e gli sport di squadra ad intenso contatto fisico come il rugby e il basket. Tra gli sport a rischio (grado 3) anche il calcio che ha evidenziato diverse criticità oltre che per la vicinanza tra atleti in azione anche per l’utilizzo di spogliatoi e servizi comuni.
Rischio ridotto a 2 per la pallanuoto (che si gioca in acqua clorata) e il beach volley; va meglio per il nuoto in corsia e per il ciclismo categorizzati con indice 1.
LA SITUAZIONE DEL CICLISMO – Una buona notizia dunque per il ciclismo anche se, andando oltre alla autovalutazione federale, bisognerà fare i conti con le misure da adottare per prevenire e contenere il contagio. Per quanto riguarda il mondo delle due ruote se il risultato totale è buono (indice 1), infatti, vanno differenziate le varie discipline che hanno caratteristiche e peculiarità molto differenti tra loro.
Tra gli aspetti più a rischio per il ciclismo (indice 4) c’è ovviamente l’alta numerosità di atleti in gruppo per le gare su strada e, ancor più, per il mondo delle Gran Fondo. L’indice 3, invece, è stato segnalato dalla FCI per quanto riguarda la possibilità per gli atleti di indossare i dispositivi di protezione (guanti, mascherine e occhiali monouso) nel corso delle competizioni e degli allenamenti oltre che per l’inevitabile vicinanza degli atleti in occasione delle corse di gruppo. A rischio (indice 3), secondo la FCI, anche il personale di supporto impegnato nelle gare in pista e del ciclismo indoor. Per le stesse discipline qualche problema potrebbe riguardare anche l’utilizzo di spogliatoi e servizi.
MISURE DA ADOTTARE – L’aspetto più impegnativo e, per certi versi inapplicabile, del report è quello che riguarda le misure da adottare. Le prescrizioni indicate dal Politecnico di Torino partono da informazione, formazione e addestramento dei diversi atleti ed operatori ma arrivano ad indicare a titolo esemplificativo alcuni interventi di prevenzione e mitigazione del rischio che il Governo potrebbe rendere obbligatori per ciascuna disciplina.
Tra queste misure vi sarebbe l’obbligo, in caso di gare di gruppo, di effettuare il tampone 48 ore prima dell’evento a tutti gli atleti partecipanti. Una condizione che di fatto costringerebbe a rinunciare a qualsiasi tipo di gara ciclistica di gruppo almeno sino a quando il rischio di contagio da Covid 19 non sia ridotto o eliminato del tutto mentre sulle mascherine il Politecnico di Torino sembra adottare una linea più elastica: sarebbero da utilizzare sempre anche se è possibile derogarvi quando l’uso della mascherina sia incompatibile con il consumo metabolico e con il gesto atletico.
POCHE SPERANZE – Uno studio, quello confezionato dal Politecnico di Torino che nell’indicare, ad esempio, la necessità di effettuare tamponi, il distanziamento degli atleti in panchina, la creazione di piccoli gruppi, l’utilizzo di dispositivi di protezione, interventi di sanificazione su impianti e strumenti e il distanziamento in gara, è destinato a smorzare le speranze di tanti sportivi e tifosi di tutte le discipline di tornare presto alla normalità. A partire dal calcio, passando per basket e pallavolo ma arrivando anche al ciclismo su strada che, se questo studio verrà adottato nel suo complesso dal Governo, dovrà accontentarsi di gare a cronometro individuali per tutto il 2020 e, forse, anche per buona parte dell’anno venturo.