Il 4 maggio è arrivato. Oggi le strade pullulano di pedalatori di ogni grado e categoria ma se la quarantena è finita sono ben altri i problemi che si affacciano all’orizzonte per il mondo delle due ruote italiane.
QUANDO SI POTRA’ CORRERE? – Era il 10 marzo scorso quando dal quartier generale di Padova era arrivato lo stop a tutte le attività dei team Work Service Romagnano e Work Service Dynatek Vega. Una scelta coraggiosa, quella assunta di comune accordo dai presidenti Demetrio Iommi, Renato Marin e Massimo Levorato che aveva anticipato di qualche giorno il lockdown per l’intero Paese.
“Con quella decisione abbiamo tutelato la salute dei nostri ragazzi e di tutto il nostro staff. Era un’azione doverosa di fronte alle notizie sempre più preoccupanti che ci arrivavano dal fronte del Coronavirus” ha osservato il presidente della Vega Prefabbricati, Demetrio Iommi.
“Fermarci quando ancora non era necessario è stato un atto di grande responsabilità anche nei confronti di tutti gli operatori sanitari che in questi mesi sono stati costretti a fare degli autentici sacrifici per salvare la vita a tante persone. In questi casi lo sport passa in secondo piano e deve dare per primo il buon esempio” ha aggiunto il presidente della Us Fausto Coppi Gazzera Videa, Renato Marin.
Oggi, però, è giunto il momento di tornare a pedalare su strada, all’aria aperta e, anche per i team griffati Work Service, di programmare il proprio futuro. A trainare l’intero gruppo c’è patron Massimo Levorato che con Work Service Group, anche durante il lockdown, è sempre stato in prima linea continuando a fornire i servizi essenziali legati al mondo della logistica: “Sono stati 55 giorni durissimi nei quali come azienda, pur osservando le misure di sicurezza, non ci siamo mai fermati per garantire ai nostri clienti il nostro supporto. Da oggi si torna ad una normalità parziale e, di questa nuova realtà, fanno parte anche i 40 ragazzi che compongono la rosa dei nostri due team. Se in gara questi atleti sono da esempio per tutti noi per l’impegno e la dedizione che sanno esprimere in sella alle due ruote, oggi il loro ritorno agli allenamenti su strada è un segnale di speranza per tutti noi” ha spiegato Massimo Levorato. “Da oggi, però, si apre anche una seconda fase che ci obbliga a pensare e programmare il futuro con responsabilità e lungimiranza: bene che si torni a pedalare e si riprendano gli allenamenti in forma individuale ma è necessario poter dare a questi corridori e alle loro famiglie alcune certezze. Per questo attraverso i nostri tecnici abbiamo chiesto alla Federazione di individuare con i Ministeri competenti delle forme e delle date certe entro cui si possa tornare a gareggiare, in sicurezza, in questo 2020. Se ciò non dovesse essere oggettivamente possibile chiediamo che si decida subito di chiudere anticipatamente la stagione in corso così da permettere di programmare da subito, al meglio, il 2021. Un anno nel quale serviranno delle generose misure di sostegno al mondo dello sport e del ciclismo in particolare”.
UN CALENDARIO PER RIPARTIRE? – Sono molti gli addetti ai lavori che si dicono preoccupati dall’assenza di un calendario per ripartire. E’ pessimista Giuseppe Lorenzetto (Marchiol Beltrami): “La stagione che parte a settembre non ha senso. Attendiamo entro maggio decisioni chiare di Fci e Uci e poi ne riparliamo. Devono esserci regole chiare anche sulle misure di sicurezza”. Per Renato Barzi (UC Trevigiani) c’è l’intenzione di non chiudere in anticipo la stagione 2020: “Attendo dal Settore Tecnico della Fci una data per ripartire con l’organizzazione della Popolarissima a breve. Per quanto riguarda la squadra continental, i corridori oggi ricominceranno ad allenarsi individualmente e non più sui rulli. Ma attendiamo il nuovo calendario. Abbiamo dei contratti con gli sponsor e dobbiamo rispettarli. Non sono per il congelamento dell’annata ma non posso fare una Popolarissima a novembre. Sono invece per la ripartenza già ad agosto. E sono fiducioso”.
Giampietro Forcolin (Northwave) ha già dato indicazioni ai corridori: “Come squadra ci stiamo riorganizzando con gli allenamenti individuali in tutta la Regione. E non è poco. Possiamo andare a pedalare anche in montagna. Però abbiamo bisogno di poche righe ma chiare. La mia preoccupazione sta nell’assistenza sanitaria da fornire alle corse. Dove troveremo medici e infermieri e ambulanze per dare assistenza in gara se invece i sanitari rimangono bloccati per l’emergenza Covid? Anche se a luglio l’emergenza sarà terminata. Resta da capire come gestire la sicurezza nelle gare con il pubblico e gli atleti”.
Per Luciano Rui (Zalf Euromobil Fior), già ammalato di Covid si deve ripartire quanto prima: “Vogliamo date certe. A luglio definire il calendario e ad agosto fino a novembre rimetterci in gara. Dobbiamo salvare quello che resta dell’attività ciclistica 2020. Anche per dare continuità agli sponsor in vista della nuova annata 2021. Io sono stato ricoverato per Covid 19, posso dire che l’epidemia è una cosa seria ma ha anche una fine. Nella vita come nello sport bisogna rischiare. E per me si deve ripartire. Lo sport fa bene, al contrario cosa facciamo? Moriamo di esaurimento e senza soldi? Lo sport è terapeutico e fa pure girare l’economia. Come direttore sportivo chiedo date certe sulla ripartenza”.
Un punto di vista condiviso anche da Biagio Conte ed Emilio Mistichelli, guide esperte della formazione continental Work Service Dynatek Vega: “Nel corso dell’inverno avevamo lavorato molto per preparare una stagione che ci vedeva protagonisti di un importante salto di qualità. Questo è il primo anno del nostro team tra i professionisti e il debutto in spagna alla Challenge Mallorca e in Italia al Trofeo Laigueglia faceva ben sperare. Purtroppo però tutto è stato interrotto e ora rischiamo di essere in balia degli eventi se non sarà stabilito quanto prima un calendario e dei criteri per il ritorno alle gare. Del nostro team fanno parte alcuni giovani ragazzi molto promettenti e altri più maturi che sono alla ricerca della completa affermazione in campo professionistico: un intero anno senza attività rischia di mettere la parola fine alle ambizioni di tanti ragazzi”.
JUNIORES: CONGELAMENTO E POI? – Responsabilità, serenità, sicurezza ma anche necessità di programmare e ripartire: queste le esigenze del pedale italiano messe in evidenza dal numero uno della formazione continental Work Service Dynatek Vega e di quella juniores Work Service Romagnano per tutelare i propri giovani atleti. Parole che hanno incontrato la piena adesione dei direttori sportivi a partire da Matteo Berti, responsabile del team juniores: “Con i nostri ragazzi avevamo intrapreso un percorso di crescita graduale che consentisse loro di mettersi in luce in questo 2020: a causa del lockdown il nostro lavoro non ha potuto proseguire come avevamo previsto. Anche per questo ho espresso sin da subito il mio favore al congelamento delle categorie per un anno, per consentire a questi giovani atleti di avere un altro anno a disposizione per affrontare un passaggio che sarà fondamentale nella loro crescita umana ed atletica”.
Cristian Pavanello (Borgo Molino Rinascita Ormelle) aggiunge: “Secondo il mio punto di vista contano molto i dati sui contagi che ci saranno a maggio. L’ago della bilancia saranno quelli. Ovvero, se la situazione si rivela stabile, si potrà parlare di riorganizzazione delle corse. Poi sarà da valutare quanti organizzatori, con autorizzazioni di prefetture e comuni, rimetteranno in cantiere le corse. E poi se a giugno ci saranno le stesse disponibilità economiche che c’erano sono a marzo. E se le società avranno la forza di completare la stagione. Il ciclismo è lo sport che potrà dare segnali positivi”.
Per Fabrizio Furlan (San Vendemiano) prima si riparte meglio è: “Giugno ci servirà per riorganizzare quello che resta della stagione 2020 e soprattutto quello che sarà fattibile fare. Ma da metà luglio, secondo direttive federali, la bandierina a scacchi tornerà ad essere abbassata. Si inizierà con le cronometro, mentre i velodromi e i ciclodromi saranno aperti già dal 18 maggio prossimo. Le gare della nuova stagione agonistica dovranno seguire tutti i dispositivi di sicurezza che saranno messi in atto a livello governativo. Si attende la decisione a breve del consiglio federale sulle linee programmatiche per questa stagione anomala. Sto premendo per avere una data per riorganizzare l’Internazionale di San Vendemiano e far gareggiare gli atleti, sempre all’interno delle misure di sicurezza. Da presidente di società di categorie giovanili, da oggi i miei atleti ricominceranno gli allenamenti. E’ solo da verificare se per tutore si intende anche l’allenatore per i minori”.
DS COME TUTORI IN VENETO – E, proprio sulla questione degli allenamenti e della possibilità o meno per i direttori sportivi di seguire i propri ragazzi minorenni in allenamento, la Regione Veneto è al lavoro in queste ore per dare una risposta ai team giovanili.
Il consigliere regionale veneto nonchè presidente della Commissione Cultura e Sport, Alberto Villanova e l’assessore regionale alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin hanno già confermato ai microfoni di ciclismoweb la possibilità per i direttori sportivi di essere considerati come “tutori” al seguito dei minorenni anche se, al momento, manca una direttiva scritta su questo aspetto.
Si torna dunque a pedalare con il sorriso sulle labbra anche se i punti interrogativi all’orizzonte restano ancora numerosi: nodi da sciogliere al più presto per ridare serenità all’intero mondo del pedale.
Servizio a cura di Tina Ruggeri e Andrea Fin