La 65^ M.O. Frare De Nardi in programma sabato 10 ottobre, non si correrà. L’annuncio è arrivato ad appena 48 ore dal via e costringe a casa metà gruppo dei dilettanti italiani che erano già pronti a darsi battaglia sulle strade della Marca Trevigiana.
Succede anche in uno dei Comitati Provinciali più organizzati d’Italia, quello di Treviso, che ormai da anni è al fianco degli organizzatori per mantenere i rapporti con le autorità civili. Ma di fronte al corto circuito della burocrazia anche il presidente provinciale Giorgio Dal Bò questa volta non ha potuto nulla.
L’ODISSEA – La M.O. Frare De Nardi è classica di primavera, impegnativa ed affascinante, da sempre localizzata a Vittorio Veneto e nei dintorni. Dopo il lockdown, si sarebbe dovuta correre sabato 17 ottobre, lo stesso della cronometro del Giro d’Italia nelle terre del Prosecco. Percorso impegnativo anche quest’anno, distanziato quanto basta per non interferire con la cronometro rosa che si annuncia blindata anche per il pubblico.
Nonostante la differenza di tracciato, tanto è bastato per far scattare il primo diniego dalla Provincia di Treviso che ha costretto gli organizzatori a cambiare data; posticiparla, in una stagione già “andata lunga” era impossibile e quindi gli uomini del Frare De Nardi sono stati costretti ad anticipare di una settimana la propria corsa. Si mantengono invariate tutte le caratteristiche della corsa, si rifanno le richieste e si inviano agli enti coinvolti; a questo punto, però, arriva il colpo di scena: la Provincia di Treviso non applica il principio del “silenzio assenso” e chiede che siano tutti i comuni attraversati dalla corsa ad autorizzarne il passaggio (ben 10 enti diversi).
Parte quindi una corsa contro il tempo e, purtroppo, senza speranza. Tanti comuni non sono organizzati, hanno faccende più importanti da seguire in questo periodo e, come prassi, non inviano alcuna risposta alla richiesta della Provincia, nella convinzione di seguire la normale procedura e di aver così dato l’ok alla gara. Il diniego provinciale diventa inevitabile e, anche il Comitato Provinciale di Treviso, non ha altre leve a disposizione per garantire l’effettuazione dell’ultima corsa per Elite-Under 23 della stagione.
Una brutta vicenda che getta nello sconforto gli organizzatori, già puniti dal maltempo lo scorso anno (gara che fu accorciata a causa del maltempo CLICCA QUI), ma, soprattutto, apre una voragine in vista delle future organizzazioni. Questo passaggio a vuoto, infatti, rischia di incrinare e mettere in discussione quel rapporto di collaborazione creato negli anni dal mondo ciclistico trevigiano con gli enti e le autorità civili che è stato alla base del fiorire del movimento provinciale.
PUNTI DI DOMANDA – I punti interrogativi che si aprono dopo l’annullamento della M.O. Frare De Nardi numero 65 sono molti. “In questi giorni per sbloccare la situazione abbiamo interessato anche tutti i politici locali ma gli uffici sono rimasti fermi sulla loro decisione. In questo caso la burocrazia ha vinto. Dispiace molto. Faremo presente le nostre rimostranze in un prossimo incontro con l’ufficio della Provincia” ha anticipato Giorgio Dal Bò nell’ufficializzare la triste notizia.
“Un’odissea che inizia con il lockdown e lo stop dell’attività del ciclismo su strada in aprile – racconta amareggiato Montini -. La corsa era in programma il 26 aprile in piena chiusura agonistica. Alla ripresa ho fissato la data della corsa il 17 ottobre. Ed ecco la seconda doccia fredda. Spostano il Giro d’Italia e la tappa a cronometro Conegliano – Valdobbiadene al sabato 17 ottobre, sfiorando il percorso della mia gara”. Sembra che tutto si sia messo di traverso al Frare De Nardi: “La Fci provinciale mi ha aiutato nella documentazione perché con la concomitanza del Giro ho variato il tracciato – insiste Montini -. Ho studiato un percorso per evitare che Giro e Frare De Nardi e vie di fuga non coincidessero. Tolto Tarzo, si scalava il San Boldo, ma niente permessi. Mi hanno avvisato il 25 settembre che il 17 non avrei potuto fare la gara. Ci siamo nuovamente messi al lavoro e chiesto di anticipare l’evento il sabato 10 ottobre. Ho inviato le mail come da prassi e avvisato i comuni dove saremmo transitati richiedendo il nulla osta, da Vittorio Veneto a Revine, Tarzo (con il San Lorenzo), Cison di Valmarino, Trichiana, Limana, Ponte nelle Alpi, i comuni dell’Alpago, e arrivo a Vittorio. Con questo continuo cambio di data e percorso sono stati ritardati i nulla osta che di solito passano per tacito assenso, per ritardo nelle risposte. La Provincia ha coordinato i permessi ma i nulla osta sarebbero arrivati a corsa terminata. Insomma un caos trovarsi alla sera del giovedì con dinieghi alla corsa” spiega deluso Maurizio Montini.
L’ULTIMA CHANCE – Dopo tutta questa lunga vicenda, è un miracolo che Montini e il suo staff non abbiano ancora perso la passione e l’amore per le due ruote. Il carattere veneto fa il resto. Tanto da arrivare ad ipotizzare un recupero per il 25 settembre. Ancora solo un’idea, una nuova sfida impossibile: “Non demordo. Ci riprovo nuovamente per il 25 anche se il problema potrebbero essere altre corse in calendario e svincolare i team già iscritti e ricontattarli. Non vorrei gettare la spugna, magari nelle prossime ore tento l’ultima carta” conclude Maurizio Montini.