Cambia lo scenario delle associazioni che rappresentano gli atleti professionisti. E’ stato costituito in questi giorni, infatti, un nuovo gruppo che porta il nome “The Riders Union” che ha l’obiettivo di meglio rappresentare i professionisti impegnati su strada.
Fino ad oggi l’unica associazione internazionale era il CPA che, però, proprio in questo 2020 ha mostrato tutti i propri limiti nella rappresentanza delle istanze dei corridori. Il primo problema rilevato all’interno del CPA è la modalità di elezione del presidente che, attualmente, viene votato solo dai rappresentanti dei vari sindacati nazionali (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera e Stati Uniti) mentre anche all’ultima tornata elettorale, nel 2018, gli atleti avevano chiesto che ogni corridore potesse votare per il presidente del CPA.
Sarebbero oltre 300 gli atleti professionisti che chiedevano una radicale modifica del CPA senza mai averla ottenuta. Da questa base nasce quindi “The Riders Union” che si è presentato dichiarando che si tratta di un’iniziativa “per creare un’unione globale e democratica dei ciclisti professionisti che avrà come principi base una migliore sostenibilità dello sport, la stabilità finanziaria dei corridori, maggiore sicurezza in gara e collaborazione con le altre parti interessate. Ci impegniamo ad avviare una discussione costruttiva e fruttuosa con organizzatori e team”.
A guidare il nuovo sindacato dei corridori è l’ex direttore sportivo e già rappresentante dei team professionistici Luuc Eisenga affiancato dall’ex professionista della Jumbo Visma, Stef Clement. Completano il consiglio i procuratori Michael Rutherford, Andrew McQuaid e Thibault Hofer.
Eisenga ha anticipato: “Si è deciso di creare un nuovo sindacato dei corridori che sarà basato sulla trasparenza: un corridore – un voto. Avremo un mandato chiaro in modo che tutti sappiano chi stanno votando e con quali obiettivi. Non si tratta di combattere ma di difendere gli interessi dei corridori professionisti”.
Il sindacato che punta a raccogliere entro il gennaio prossimo 200 atleti iscritti e paganti per procedere con l’approvazione dello statuto entro la primavera nella prima assemblea che è prevista per il mese di marzo.
Ai mondiali di Imola, il presidente dell’UCI David Lappartient aveva smentito le voci che riguardavano la nascita di un nuovo sindacato dei corridori bollandole come “facenti parte di una strategia globale per destabilizzare l’UCI”. Oggi, invece, oltre al CPA esistono due sindacati non riconosciuti dall’UCI: si tratta della “The Cyclists’ Alliance” nata nel 2017 per il ciclismo femminile e il neo nato “The Riders Union”.