La corsa alla presidenza del Comitato Regionale della FCI del Piemonte non risparmia sorprese in questo 2020. Dopo settimane in cui l’unico candidato era l’avv. Massimo Rosso, nelle ultime ore utili per la presentazione delle candidature, sono emersi altri tre aspiranti presidenti regionali. Si tratta del biellese Filippo Borrione, dell’alessandrino Gian Paolo Cioccolo e del cuneese Luca Asteggiano.
Una corsa senza precedenti quella che culminerà con le votazioni di domenica 13 dicembre per una regione che ha nella propria storia e nel proprio DNA la passione per il ciclismo.
ROSSO NON TESSERATO AL 15.10.2020 – Ma i colpi di scena potrebbero non essere finiti. Come anticipato nei giorni scorsi, infatti, le fonti di ciclismoweb.net hanno rivelato che l‘Avv. Massimo Rosso non sarebbe regolarmente tesserato alla FCI per la stagione 2020.
Il tesseramento è il primo requisito per poter concorrere per qualsiasi carica elettiva federale e va soddisfatto entro i termini previsti dalla stessa FCI. In questo 2020 i vertici federali hanno stabilito che i tesseramenti fossero aperti fino al 15 ottobre, dopo tale data non sarebbe più stato possibile tesserarsi.
Ebbene, come dimostrano queste due istantanee tratte dal sistema informatico federale www.fciksport.kgroup.eu e la relativa marca temporale, l’Avv. Massimo Rosso non solo non è stato tesserato entro il 15 ottobre 2020 ma non era tesserato alla FCI nemmeno il 22 novembre scorso, vale a dire fino a pochi giorni prima della presentazione ufficiale della propria candidatura.
DICHIARAZIONE FALSA – Una situazione che rivelerebbe come, in seno alla stessa FCI, siano state effettuate delle operazioni poco trasparenti per consentire di ammettere, ben dopo il termine fissato, il tesseramento dell’Avv. Rosso.
Di conseguenza, la dichiarazione depositata in sede di presentazione di candidatura da parte dello stesso Avv. Rosso, nella quale il candidato afferma “di essere tesserato della Federazione Ciclistica Italiana in qualità di XXX con tessera n. XXX per l’anno in corso” e “dichiara sotto la propria responsabilità, la veridicità di quanto sopra attestato” sarebbe evidentemente falsa.
Una fattispecie che, se confermata, non solo costituirebbe una violazione delle normative federali, ma che potrebbe presentare tutti gli elementi del reato di “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico” di cui all’art. 483 del Codice Penale.
Una vicenda che getta forti ombre sulla ammissibilità della candidatura dell’avv. Massimo Rosso che tra l’altro, lo ricordiamo, è ancora oggi un componente supplente della prima sezione del Tribunale Federale.
LE MODALITA’ – Va ricordato, infatti, che da quest’anno la tessera della FCI è solo digitale: per questo motivo un soggetto può dirsi tesserato solo dopo che gli uffici federali preposti abbiano validato la richiesta. E questa viene data, ed è immediatamente verificabile da qualsiasi affiliato, sul sistema informatico federale www.fciksport.kgroup.eu con una semplice ricerca basata sul nome e cognome dell’interessato.
Pertanto i documenti in possesso della nostra redazione risultano essere del tutto affidabili e rendono evidente che il tesseramento dell’avv. Rosso è avvenuto solo dopo oltre un mese dal termine previsto dalla FCI ed è stato retrodatato al 15.10.2020.
In realtà gli organi della FCI hanno già a disposizione tutti gli elementi per verificare questa irregolarità: il tesseramento, infatti, avviene in tre step. Il primo è quello del versamento del costo della tessera, che deve essere effettuato con una modalità tracciabile e, pertanto, ricostruibile anche da un punto di vista temporale.
Successivamente vi è il caricamento del consenso al trattamento dei dati nel rispetto della normativa sulla privacy: anche in questo caso il sistema informatico federale conserva traccia del momento in cui viene effettuata questa operazione.
Ed, infine, vi è la validazione del tesseramento che viene concessa dagli uffici federali. Solo dopo questa validazione, che però doveva essere fatta entro il 15 ottobre 2020 per essere considerata regolare, il soggetto può dirsi regolarmente tesserato alla FCI.
LE ANOMALIE – Inutile dire che nessuna delle carte federali prevedono la possibilità di tesserarsi in maniera “retrodatata” e che non esiste alcun provvedimento della FCI che conceda questa deroga proprio all’Avv. Rosso; a completamento del quadro, poi, va evidenziato che la FCI, a parte Rosso, non ha provveduto a tesserare nessun altro dei componenti degli organi di giustizia in carica le cui tessere risultano ancora oggi tutte “non validate”. Non sono infatti validate per la stagione 2020 le tessere di: Barbara Baratto, Salvatore Minardi, Andrea Leggieri, Jacopo Tognon, Antonio Villani, Claudio Iacovoni, Luca Menichetti, Elisabetta Antonini, Adriano Simonetti, Laura Olivieri, Monica Villa, Mariano Parisi, Alessia Beghini, Carlo Iannelli, Martina Adami, Rosita Gervasio, Gianluca Gulino, Miriam Zanoli, Giuseppe Febbo, Decio Barili e Alberto Gava.
Come loro non sono tesserati nemmeno i componenti della Procura Federale: Nicola Capozzoli, Ida Blasi, Giovanni Petrella, Francesco Ranieri e Serenella Rossano. E non hanno tessera FCI, infine, nemmeno i componenti della Commissione Nazionale Elettorale (peraltro la stessa commissione non è prevista dall Statuto Federale): Vincenzo Ioffredi, Riccardo De Corato, Gaia Campus, Grazia Antonia Murtarelli ed Emanuele Calcagno
Si tratta di anomalie gravi che, se confermate, proprio nell’anno delle elezioni per il rinnovo delle cariche, potrebbero portare anche al commissariamento della stessa FCI. Sono irregolarità che assumerebbero sempre e comunque una forte rilevanza, ma che acquisiscono ancora maggior importanza laddove siano mirate a modificare l’elettorato attivo e passivo legittimato ad intervenire in occasione del turno elettorale federale.
CHI DECIDE? – Cosa accadrà ora? Difficile prevederlo. Nonostante le anticipazioni fornite nei giorni scorsi da ciclismoweb.net, infatti, la commissione elettorale, composta interamente da non tesserati FCI, ha ritenuto ammissibile la candidatura dell’Avv. Massimo Rosso e non è detto che, alla luce di questi nuovi elementi, decida di verificarne ulteriormente la regolarità.
Se si trattasse di un tesserato qualunque, molto probabilmente la Procura Federale, i cui componenti, lo ribadiamo, non sono tesserati FCI, avvierebbe un procedimento disciplinare che, però, dovrebbe essere deciso dal collegio di cui è componente lo stesso Avv. Massimo Rosso.
Se poi Rosso dovesse addirittura essere eletto presidente in Piemonte, su di lui graverebbe una vera e propria spada di Damocle che potrebbe portare in ogni momento al commissariamento del comitato piemontese.
Chi sarà dunque a verificare la regolarità dell’operato dell’Avv. Rosso e degli organi federali che hanno consapevolmente acconsentito che il tesseramento di uno dei candidati alla presidenza di un comitato regionale avvenisse anche fuori termine e fosse addirittura retrodatato?