Il Comitato Regionale Toscana della Federciclismo, come atto successivo al suo insediamento e allo svolgimento del suo primo Consiglio Direttivo, ha voluto testimoniare la propria vicinanza e il proprio affetto alla Famiglia Iannelli, duramente colpita dalla perdita di Giovanni, avvenuta nella volata finale della gara di Molino dei Torti in provincia di Alessandria il 5 ottobre 2019.
“Lo ritengo un atto doveroso di rispetto verso una famiglia che è parte del movimento ciclistico toscano” spiega il neo Presidente della Federciclismo Toscana Saverio Metti. “Giovanni ci ha lasciato durante lo svolgimento di una gara a causa di un tragico incidente. Auspichiamo che venga fatta piena luce sui fatti e sulle responsabilità, riponendo piena fiducia nella giustizia. E’ interesse di tutti che la verità venga accertata con chiarezza, senza fraintendimenti, anche a tutela del lavoro di tutti gli organizzatori che ogni giorno spendono energie, soldi, preoccupazioni e tranquillità personale per far correre i praticanti del nostro sport. Voglio affermare – prosegue Metti – che il Codice Etico della Federazione Ciclistica oltre a essere una guida che indica la linea di condotta di ogni tesserato, all’art. 2 individua i valori che costituiscono l’etica federale e reca una serie di norme sostanziali e comportamentali che dovranno essere rispettate da tutti coloro che operano presso la F.C.I., nell’ambito delle rispettive competenze ed in relazione alla posizione ricoperta nella organizzazione federale. Specifica inoltre i doveri di lealtà, imparzialità, diligenza previsti per i dipendenti e contribuisce a garantire che le attività di tutti i soggetti siano poste in essere nel rispetto dei valori di imparzialità, riservatezza e trasparenza. Questo articolo ispirerà sempre le azioni del Comitato Regionale Toscana per i prossimi quattro anni e speriamo anche dopo”.
“Considero la sicurezza di coloro che praticano il ciclismo a tutti i livelli – conclude Saverio Metti – un obiettivo primario da realizzare anche in un’ottica di un percorso di responsabilità sociale che questo Comitato vuole intraprendere. Cercheremo in ogni modo di tutelare la salute e la vita dei nostri ragazzi, ben sapendo che purtroppo il nostro sport si pratica anche sulle strade dove il “rischio zero” non si può raggiungere. Il ciclismo ha una componente di rischio endogena ineludibile ma questo non vuol dire che non si debba fare tutto quanto possibile per ridurre al minimo questo aspetto di pericolo. La Famiglia di Giovanni troverà sempre in questo comitato un interlocutore con cui confrontarsi per ogni situazione futura”.