“La sicurezza non può essere un optional se si vuole garantire, davvero e non solo a parole, un futuro al ciclismo. Purtroppo in queste prime settimane di gare si sono viste molte situazioni critiche in diverse gare giovanili italiane. Queste mi vengono segnalate, così come altre realtà assai imbarazzanti del ciclismo, soprattutto da genitori preoccupati per l’incolumità e la salute dei loro figli, avendomi individuato come il “paladino” della sicurezza dei corridori. Ultime in ordine di tempo quelle disputate domenica in Piemonte dove praticamente sull’arrivo gli organizzatori non avevano predisposto alcuna transennatura degna di tale definizione. Pochissime transenne slegate tra di loro, unite da una fettuccia bianco rossa. Qualcuno potrebbe obiettare che si trattava di un arrivo in salita, ma a Cherasco le transenne erano davvero troppo poche per garantire la sicurezza di esordienti, allievi e juniores impegnati su quel tracciato. Qualcuno potrebbe condividere la tesi, assurda, inaccettabile e non veritiera, sostenuta dalla Federazione Ciclistica Italiana nella vicenda giudiziaria relativa alla morte di mio Figlio Giovanni per cui le transenne servono, solo e soltanto, ad evitare che gli spettatori invadano la sede stradale. Fortunatamente l’altro giorno in Piemonte è andato tutto bene, ma voglio augurarmi che non serva attendere il ripetersi di un’altra tragedia come quella di mio Figlio Giovanni per aspettare che le cose cambino. Ma le cose non cambiano da sole. E’ assolutamente necessario un intervento, concreto ed urgente, in materia di sicurezza, da parte della “nuova” Federazione Ciclistica Italiana. A tale riguardo osservo che nelle suddette corse di Cherasco, ritrovo il mio ex collega al Tribunale Federale Massimo Rosso, astenutosi quando si è trattato di giudicare la tragedia di mio Figlio Giovanni, quindi candidatosi alla Presidenza del Comitato Regionale Piemonte della Federazione Ciclistica Italiana ed eletto. Ritrovo Gianni Vietri ex Presidente del Comitato Regionale Piemonte della Federazione Ciclistica Italiana nel 2019 quando è successa la tragedia di mio Figlio Giovanni ed attuale, neo eletto Consigliere Nazionale della Federazione Ciclistica Italiana. Ritrovo Luca Asteggiano responsabile, nel 2019 ed attualmente, della Struttura Tecnica del Comitato Regionale Piemonte della Federazione Ciclistica Italiana che ha approvato il programma di gara della corsa ciclistica dove è morto mio Figlio Giovanni, presentato dagli organizzatori il 28 agosto 2019, il giorno successivo ovvero il 29 agosto 2019, tuttavia senza che fossero stati allegati dagli organizzatori medesimi molti dei documenti riguardanti la sicurezza di quel percorso, previsti come obbligatori dall’articolo 38 del Regolamento Tecnico della Federazione Ciclistica Italiana; documenti che peraltro sono comparsi “miracolosamente”, a distanza di mesi, poiché prodotti tramite l’avvocato (ed anche Componente Effettivo della Commissione Nazionale Elettorale della Federazione Ciclistica Italiana) della società organizzatrice di quella corsa mortale, nel giudizio svoltosi avanti alla Corte Sportiva di Appello della Federazione Ciclistica Italiana”.
Le parole sono di Carlo Iannelli, babbo di Giovanni, morto tragicamente, in seguito alla caduta avvenuta a poco più di cento metri dalla linea di arrivo, durante la volata finale della corsa dilettanti svoltasi il 5 ottobre 2019 a Molino dei Torti, in Provincia di Alessandria.
Una osservazione attenta, da parte di chi ha vissuto sulla propria pelle la perdita di un figlio, che torna ad accendere i riflettori sulla sicurezza nelle gare del panorama giovanile.
E, in effetti, sono stati in tanti a far notare l’assenza di una vera e propria transennatura del rettifilo d’arrivo della “giornata azzurra” allestita a Cherasco (Cn) dal Comitato Regionale Piemonte in collaborazione con diverse società sportive cuneesi.
Una giornata annunciata in grande stile dal presidente regionale Massimo Rosso che la scorsa settimana aveva anticipato in un comunicato stampa: “Guardando il calendario e da una telefonata con il mio predecessore, oggi Consigliere Nazionale Gianni Vietri; ci siamo accorti che il 18 aprile non c’erano gare o meglio c’erano pochissime corse in tutta Italia per le tre categorie – esordienti, allievi e juniores- allora abbiamo contattato alcuni Dirigenti di Società della Provincia di Cuneo e abbiamo loro proposto di organizzare, unitamente al CR Piemonte, un insieme di gare a Cherasco, la mia città”.
Una organizzazione che, volutamente, come sottolineato alla vigilia da Rosso è stata organizzata lontana dai centri abitati: “Abbiamo volutamente scelto di isolarci in strade secondarie, mancando la vetrina del centro abitato, opzione che avrebbe potuto portare a situazioni sconvenienti. Abbiamo scelto di correre nella campagna cheraschese, non intaccando strade statali o comunque trafficate. Sarà oggettivamente un grande sforzo logistico attrezzare un arrivo fra i campi, ma è una scelta responsabilmente voluta, che credo possa rispondere ancora meglio in materia di sicurezza a maggior ragione in zona rossa”.
Uno sforzo logistico che, stando alle foto e ai video diffusi in rete, è stato ridotto al minimo intervallando le transenne con dei nastri segnalatori come non si vedeva ormai da tanto tempo nel ciclismo promosso dalla FCI.