Ordine d’arrivo:
1° Michele Gazzoli (Colpack Ballan) 3h16’43”
2° Nicolò Pencedano (Mg K Vis)
3° Lorenzo Quartucci (Zalf Euromobil Désirée Fior)
4° Kevin Bonaldo (Team Qhubeka)
5° Samuele Carpene (General Store)
6° Yuval Ben Moshe (Isarael Cycling Academy)
7° Samuel Watson (Naz. Gran Bretagna)
8° Anze Skok (Ljubljana Gusto) a 1″
9° Taj Jones (Israel Cycling Academy)
10° Davide Vignato (General Store)
Il Gran Premio Liberazione è tornato in calendario dopo due anni di assenza e lo fa in grande stile, con una gara combattuta fino all’ultimo metro. 29 squadre provenienti da ogni parte del mondo hanno reso prestigio alla 74/a edizione del Mondiale di Primavera, in una gara che è stata percorsa ad altissima velocità fin dalle prime tornate.
Tantissimi sono stati i tentativi di fuga nel corso della gara, ultimo dei quali quello portato avanti da un quartetto composto da Christian Bagatin (Iseo Rime), Davide De Cassan (Cycling Team Friuli), Alessio Bonelli (Biesse Arvedi) e Nicholas Agostini (General Store), corridori che sono scattati a due giri dalla conclusione. All’ultimo giro il drappello diventa di cinque corridori, in quanto Alois Charrin (Swiss Cycling Academy) riesce a raggiungere i quattro fuggitivi. All’altezza del passaggio davanti alla Piramide Cestia il gruppo torna però compatto.
Il 74/o Gran Premio Liberazione si decide quindi allo sprint, dove Michele Gazzoli (Team Colpack Ballan) riesxce ad imporre la propria legge con grande autorevolezza. Alle sue spalle salgono sul podio Nicolò Pencedano (MgKVis-VPM), in seconda posizione, mentre chiude terzo Lorenzo Quartucci (Zalf Euromobil Desiree Fior). Nicholas Vinokourov (UC Monaco) si è aggiudicato il premio della combattività, dedicato ad Antonio Pagliara.
Gazzoli, specialista della pista, dopo il traguardo ha affermato: “E’ stata una vittoria fantastica, cercata da me e dalla squadra, che mi ha dato la massima fiducia. L’esperienza su pista mi ha permesso di non partire troppo lungo allo sprint e giocarmi le mie carte negli ultimi metri. Inoltre, quando sono entrato secondo all’ultima curva, mi sono detto “è fatta”, perché quella è la mia distanza. Oltre alla mia squadra, dedico il successo a Silvia Piccini, scomparsa pochi giorni fa. Mando un grande abbraccio alla famiglia. Volevo sensibilizzare sull’argomento della sicurezza stradale: questa perdita è molto grave, ed è la conferma dei pericoli che noi ciclisti viviamo ogni giorno sulle strade. A casa abbiamo tutti una famiglia, quindi deve esserci rispetto reciproco. Purtroppo non abbiamo una corazza che possa difenderci”.