Da decenni ormai il marchio Quick-Step è presente nel panorama ciclistico internazionale. Hanno fatto parte del team campioni del calibro di Paolo Bettini, Tom Boonen, Philippe Gilbert e ancora Pippo Pozzato, Niki Terpstra e Stjin Devolder. La compagine belga è sempre stata specializzata nelle gare di un giorno, ha vinto negli anni tutte le classiche monumento, nel 2021 ricordiamo la vittoria al Giro delle Fiandre con Kasper Asgreen e alla Freccia Vallone con Julian Alaphilippe. Per indole e attitudine la squadra belga non ha mai avuto corridori che potessero lottare per una grande corsa a tappe, lo scorso anno con piacevole sorpresa Joao Almeida ha rischiato di invertire la tendenza, il portoghese al Giro ha tenuto la rosa per diverse settimane perdendola solo negli ultimi tapponi alpini, alla fine si è dovuto accontentare del quarto posto finale.
Quest’anno la formazione ha deciso di puntare tutto sul baby fenomeno Remco Evenepoel pur avendo tra le fila lo stesso Joao Almeida forte della super prestazione dello scorso anno, finora però le cose non sono andate come ci si attendeva, c’è ancora il tempo e la fantasia per ribaltare le sorti del Giro?
EVENEPOEL, TROPPE ASPETTATIVE?
Il campioncino fiammingo arrivava da ben 9 mesi di inattività, a causa del bruttissimo incidente dello scorso anno al Giro di Lombardia, che lo ha tenuto lontano dalle competizioni. Il suo giro parte forte con l’ottima prova nella cronometro inaugurale di Torino, chiusa in settima posizione, buona anche la prestazione di Campo Felice, dove ottiene un convincente quarto posto a qualche secondo da Bernal. Purtroppo il giro non gli fa sconti nella tappa di Montalcino, preso da un’evidente crisi perde dai favoriti più di due minuti , stesso discorso sull’arrivo dello Zoncolan dove paga un altro minuto e mezzo, relegandolo così in nona posizione in classifica generale. Si era addirittura paventato un prematuro ritiro per non affaticare eccessivamente il corpo, ma ora lo aspetta la terza settimana, l’obiettivo sarà quello di mantenere la top 10 e provare a lasciare il segno in qualche tappa.
IL MAL DI STOMACO DI ALMEIDA
Ad inizio giro il General manager Patrick Lefevere senza dare reali motivazioni al riguardo annuncia che il prossima anno il portoghese lascerà il team. Il corridore lusitano si è ritrovato così da un momento all’altro a dover lavorare per il suo compagno e più volte ha espresso il suo dissenso sul ruolo che la squadra gli ha dato “preferisco non parlare piuttosto che dire quel che penso” di fatto relegandolo a compiti di gregariato. La gamba del giovane natio di Caldas da Rainha sembra essere quella dei tempi migliori ma in più occasioni ha dovuto aspettare Evenepoel per scortare al traguardo. Attualmente è in quattordicesima posizione a più di 8 minuti da Bernal, una vittoria parziale e la top 10 potrebbero risollevare le ambizioni che nutriva, sempre che la squadra li lasci la giusta libertà.
LA SCELTA
Il team sembra aver fatto fin da subito una scelta molto chiara, Evenepoel unico leader, ma il belga era effettivamente pronto dopo nove mesi di inattività? A rigor di logica sembrava più plausibile fargli fare qualche corsa di avvicinamento al Giro per prepararlo fisicamente e mentalmente, considerando anche il fatto che è la sua prima partecipazione ad una grande giro e sappiamo come è difficile affrontare tre settimane di gara. In alternativa sarebbe stato più coerente fargli saltare il giro con un rientro più graduale alle gare, magari puntando a far bene alla Vuelta. Con le valigie in mano Almeida probabilmente si è giocato le possibilità di partire come capitano, ma visto il precedente e la condizione la squadra non avrebbe fatto meglio a puntare su di lui? I bilanci finali a lunedì prossimo, abbiamo ancora una settimana in cui può succedere di tutto.