Lo scorso giovedì 3 giugno abbiamo celebrato la giornata mondiale della bicicletta, una squadra presente nel world tour che fa dell’utilizzo e della promozione della bici una filosofia di vita è la Qhubeka- Assos il loro motto è “Bycicles Change Lives”.
Qhubeka è un ente di beneficenza di portata mondiale che ha lo scopo di emancipare la popolazione africana grazie all’utilizzo delle biciclette, per migliorare l’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e ha nuove opportunità economiche. In contesti di povertà estrema e persistente, la bicicletta può cambiare la vita di tante persone, aiutandole a raggiungere i propri obiettivi e contribuendo a risolvere le problematiche socioeconomiche più basilari. il Team sudafricano è nato quest’anno dalle ceneri della ex NTT, grande protagonista al recente giro, è riuscita infatti ad imporsi per ben tre volte, nella Tappa che arrivava a Montalcino con il giovane Mauro Schmid, Giacomo Nizzolo a Verona e Victor Campenaerts a Gorizia, in molti alla partenza da Torino non credevano che la compagine africana potesse essere così competitiva alla luce anche del ritardo che ha avuto nella composizione del team, il secondo sponsor Assos che ha contribuito finanziariamente a costruire il budget è arrivato in extremis, giusto in tempo per ottenere la licenza world tour, molti atleti appetibili sul mercato infatti aveva già lasciato il gruppo non avendo avuto certezza sul loro futuro.
Invece con grande e piacevole sorpresa abbiamo visto un team molto affiatato, Giacomo Nizzolo è portavoce del progetto “Nel ciclismo è impossibile ottenere risultati senza il sostegno dei tuoi compagni di squadra” tutti perseguono un unico e grande obiettivo; dare speranza al popolo africano.
Ma chi c’è alle spalle di questa filosofia di vita?
Il Team ha una lunga storia, è stato fondato infatti nel 1997 da Douglas Ryder, il primo sponsor era Lotus poi MTN, Dimension Data e più recentemente NTT. Il fondatore ha contribuito a far conoscere al grande pubblico del ciclismo il continente africano, negli anni ha dato spazio a molti corridori sudafricani e non solo, sono cresciuti in questo vivaio atleti del calibro di Louis Meintjes, Daniel Teklehaimanot, Natnael Berhane, Nicolas Dlamini, i fratelli Van Rensburg, Ryan Gibbons (recente campione sudafricano) e molti altri che grazie alla bici hanno potuto realizzare un piccolo o grande sogno.
C’è una sottile linea che congiunge le strade del nostro paese e più precisamente quelle che hanno appena percorso nell’ultimo Giro a quelle dell’Africa, “Corriamo per qualcosa di più grande di noi stessi: aiutare le persone in Africa ad andare avanti con l’aiuto di una bicicletta. Questo è il motivo, è la nostra motivazione per vincere le gare, le mani sul retro della nostra maglia ci ricordano che ogni bicicletta Qhubeka è un aiuto per qualcuno, per noi, come squadra, simboleggia il potere che le biciclette hanno nel cambiare la vita”.