Ordine d’arrivo:
1° Primoz Roglic (Slovenia) 55’04”
2° Tom Dumoulin (Olanda) a 1’01”
3° Rohan Dennis (Australia) a 1’04”
4° Stefan Kung (Svizzera)
5° Filippo Ganna (Italia) a 1’05”
6° Wout Van Aert (Belgio) a 1’40”
7° Kasper Asgreen (Danimarca) a 1’48”
8° Rigoberto Uran (Colombia) a 2’14”
9° Remco Evenepoel (Belgio) a 2’17”
10° Patrick Bevin (Nuova Zelanda) a 2’20”
Sfugge ancora la medaglia tanto attesa dal settore maschile della nazionale italiana. Tokyo si conferma avara di soddisfazioni per i colori azzurri: Filippo Ganna giunge ad un secondo dal podio ma finisce quinto mentre a festeggiare è lo sloveno Primoz Roglic che precede l’olandese Tom Dumoulin e l’australiano Rohan Dennis. Giù dal podio anche l’elvetico Stefan Kung mentre Wout Van Aert paga dazio dopo le fatiche della prova in linea. Chiude undicesimo, invece, Alberto Bettiol.
Il piemontese, campione del mondo in carica, subito dopo il traguardo ha commentato la sua prova: “Più di così non potevo fare contro gente che vince corse a tappe. Ho comunque disputato una grande prova giocando le mie carte. Certo, c’è un po’ di rammarico, ma è andata bene anche così. Ora penso alla pista”. Alcuni dettagli sulla gara: “Riuscivo a guadagnare in certi tratti ed esprimevo i miei valori, ma sono gli altri che vanno più forte in questo momento. Il mio impegno è diviso in 2 parti, strada e pista: rifarei quanto fatto si qui allo stesso modo”.
Il distacco dalla medaglia è stato contenutissimo: “Il percorso presentava 800 metri di dislivello, non pochi. Magari riuscirò a fare meglio a Parigi in una corsa adatta alle mie a caratteristiche. Tre anni passano veloci. Non sono uno scalatore, Roglic è andato fortissimo e tutti noi siamo arrivati concentrati in pochi secondi. Pensavamo che il tempo teorico di percorrenza fosse di 3 minuti più alto”. Adesso ad attendere lui e gli altri azzurri l’impegno in pista: “Abbiamo rotto il ghiaccio, iniziando le Olimpiadi. Ora cerchiamo di ottenere il meglio in pista”.