Il documento pubblicato da Silvio Martinello sulla propria pagina Facebook ha acceso un fitta polemica su quello che potrebbe essere il futuro delle categorie juniores e under 23 in Italia. Si tratta di una informativa inviata dal segretario generale Marcello Tolu al settore amatoriale e cicloturistico nella quale si legge che il Consiglio Federale che si è riunito in Val di Sole a fine agosto ha approvato la proposta che prevede la possibilità per gli atleti Juniores e Under 23 di partecipare alle gare amatoriale delegando i vari Comitati Regionali a regolamentare l’attività.
Una decisione che apre scenari nuovi e, francamente, per alcuni versi sconcertanti oltre che porre grandi interrogativi sul futuro del ciclismo giovanile italiano pensato dal nuovo Consiglio Federale.
COSA CAMBIERA’ – In pratica dal 2022 i Comitati Regionali potrebbero decidere, ognuno per conto proprio e con regole diverse da regione a regione, di consentire ai propri juniores e under 23 di gareggiare tra gli amatori. Una possibilità che oggi, in ragione della scarsa attività presente, è già possibile nelle regioni del Sud Italia ma che, invece di risolvere il problema della mancanza di organizzazioni, rischia di ingigantirlo.
Non ci sono corse per juniores e Under 23? Facciamoli correre con gli amatori! Questa la risposta pensata dal Consiglio Federale come una novella Maria Antonietta d’Asburgo (si proprio lei che di fronte alla Rivoluzione Francese esclamò: “Se non hanno più pane, che mangino brioche“) con buona pace delle limitazioni fino ad oggi esistenti per garantire la salvaguardia delle categorie giovanili e, allo stesso tempo, la sicurezza di chi decide di affrontare le gran fondo per puro divertimento.
Non va dimenticato, infatti, che è ancora in vigore la regola per cui gli ex-juniores, gli ex-under 23 e gli ex-professionisti devono rispettare un periodo di pausa prima di poter accedere alle gare amatoriali. Con un colpo di spugna, dunque, il Presidente Cordiano Dagnoni e il suo Consiglio Federale hanno deciso di mischiare le carte lasciando però l’incombenza della regolamentazione ai Comitati Regionali con il rischio di creare un sistema a macchia di leopardo.
FCI NEL CAOS – Una scelta che sulla carta va contro anche alle richieste dei CT delle nazionali giovanili se si pensa alle parole di Rino De Candido che vorrebbe degli juniores “più professionali” e alla volontà di Marino Amadori che saluta con favore le esperienze all’estero degli Under 23 e la nascita di un gruppo U23 in seno alla Bardiani CSF.
Una decisione che, peraltro, non è stata accolta bene nè dalle squadre dilettantistiche e degli juniores, che già in passato hanno manifestato la propria contrarietà a mischiarsi con il mondo amatoriale (ricordate quanto successo a Montichiari?) e tantomeno dagli organizzatori delle più importanti Gran Fondo. Quanto proposto dal Consiglio Federale per il 2022, infatti, avviene già in alcuni eventi del fuoristrada dove, però, gli agonisti sono visti più come un peso (non pagano quota di iscrizione, partono davanti, hanno esigenze diverse ecc) che come una risorsa.
Il Consiglio Federale, dunque, sembra essere riuscito nell’impresa di scontentare tutti anche se l’aspetto più preoccupante al momento è la mancanza di una visione comune in seno alla FCI. Con i CT che tirano da una parte, compreso il primo sostenitore di Dagnoni, Rino De Candido, e il Consiglio Federale che sembra pedalare nella direzione opposta. Per il team manager delle nazionali italiane Roberto Amadio si preannunciano tempi duri nel tentativo di mettere ordine nella nuova casa della FCI…