Ordine d’arrivo:
1° Sonny Colbrelli (Bahrain Victorious) 6h01’57”
2° Florian Vermeersch (Lotto Soudal)
3° Mathieu Van Der Poel (Alpecin Fenix)
4° Gianni Moscon (Ineos Grenadiers) a 44″
5° Yves Lampaert (Deceuninck Quick Step) a 1’16”
6° Christophe Laporte (Cofidis)
7° Wout Van Aert (Jumbo Visma)
8° Tom Van Asbroeck (Israel Start Up Nation)
9° Guillaume Boivin (Israel Start Up Nation)
10° Heinrich Haussler (Bahrain Victorious)
Ci eravamo ormai dimenticati cosa volesse dire assistere al successo di un atleta italiano alla Parigi-Roubaix. La regina del pavè sembrava un sogno proibito a tanti giovani che sono cresciuti nel frattempo portando il ciclismo nel cuore. 22 anni fa, quando Andrea Tafi si prese la vittoria nel velodromo di Roubaix, Sonny Colbrelli aveva appena 10 anni e muoveva i primi colpi di pedale tra i giovanissimi.
Da allora di chilometri quel ragazzino bresciano ne ha percorsi parecchi. In questo 2021 che sembra essere magico per gli atleti italiani, Sonny Colbrelli ha firmato un tris stratosferico: Campionato Italiano, Campionato Europeo e Parigi-Roubaix. E se la Deceuninck Quick Step non avesse corso “da nazionale” il mondiale di Leuven, forse, anche il titolo iridato non sarebbe finito molto lontano dalle mani di Sonny.
Lo ha dimostrato quest’oggi, nella Roubaix più eroica, spettacolare, spietata ed imprevedibile degli ultimi 50 anni. Sonny Colbrelli ha corso con autorità ed intelligenza: ha anticipato i big, uscendo allo scoperto prima che Mathieu Van Der Poel potesse piazzare una delle sue progressioni irresistibili con cui ha fatto letteralmente esplodere la corsa.
Ha sfruttato il treno dell’olandese volante per riportarsi su un Gianni Moscon, che avrebbe meritato il successo di Roubaix almeno quanto il capitano della Bahrain Victorious, e poi ha atteso l’entrata in pista per ricordarsi di essere anche un ottimo velocista.
Un successo che ha aperto il cuore di tutti i tifosi italiani. Una impresa costruita alla prima partecipazione alla Parigi-Roubaix, alla faccia di chi sostiene che bisogna andare all’estero sin da juniores per fare esperienza con il rischio, però, di perdersi e non crescere mai. Lui, Sonny Colbrelli da Casto (Bs), è cresciuto a suon di vittorie nelle categorie giovanili, ha vestito i colori dell’accademia più antica del ciclismo italiano, la Zalf Euromobil Désirée Fior, ha fatto la gavetta tra i prof con la Bardiani della famiglia Reverberi e, approdato nel World Tour da uomo maturo, dopo tanta sfortuna ha potuto, finalmente, prendersi quei successi che servono per imbandire la tavola a casa di un fuoriclasse.
Oggi è il giorno di Sonny Colbrelli, oggi è il giorno dell’Italia che può gonfiare il petto per essere tornata a conquistare una classica monumento, per essere tornata sul gradino più alto del podio di Roubaix. Florian Vermeersch e Mathieu Van Der Poel si possono accomodare sugli scalini più bassi. Hanno classe da vendere, potranno vincere ancora tanto, ma oggi non possono far altro che gioire per aver assistito da un posto privilegiato alla giornata più bella della carriera di Sonny Colbrelli.