Juniores:
1° Ian Christen (Svizzera)
2° Aaron Dockx (Belgio)
3° Nathan Smith (Gran Bretagna)
4° Corentin Lequet (Francia)
5° Andrew August (USA)
6° Viktor Vandenberghe (Belgio)
7° Wies Nuyens (Belgio)
8° Ian Ackert (Canada)
9° David Haverdings (Olanda)
10° Daniel Nielsen (Danimarca)
15° Luca Paletti (Italia)
Donne U23:
1^ Puck Pieterse (Olanda)
2^ Shirin Van Anrooij (Olanda)
3^ Fem Van Empel (Olanda)
4^ Line Burquier (Francia)
5^ Amandine Fouquenet (Francia)
6^ Marie Schreiber (Lussemburgo)
7^ Kristyna Zemanova (Rep: Ceca)
8^ Madigan Munro (Usa)
9^ Katie Clouse (Usa)
10^ Harriet Harnden (Gran Bretagna)
16^ Lucia Bramati (Italia)
Elite:
1° Tom Pidcock (Gran Bretagna)
2° Lars Van Der Haar (Olanda)
3° Eli Iserbyt (Belgio)
4° Michael Vanthourenhout (Belgio)
5° Clement Venturini (Francia)
6° Toon Aerts (Belgio)
7° Jens Adams (Belgio)
8° Laurens Sweeck (Belgio)
9° Kevin Kuhn (Svizzera)
10° Daan Soete (Belgio)
Si è chiusa con il volo di Tom Pidcock l’edizione 2022 dei Campionati del Mondo di Ciclocross. In una Fayetteville orfana dei vincitori degli ultimi sette titoli iridati, il britannico non ha avuto problemi nel disfarsi della concorrenza. Il portacolori della Ineos Grenadiers ha aperto il gas quando ha voluto e nel volgere di poche centinaia di metri ha subito scavato un solco incolmabile per tutti: alle sue spalle si è pensato solo a spartirsi le posizioni di rincalzo e, così, per Pidcock il titolo iridato è diventato ben presto realtà.
Un mondiale caldo (forse troppo), corso su di un percorso veloce (forse troppo) e senza alcuni dei big più attesi, non poteva che premiare un atleta abituato ad andare (e vincere) anche in MTB e su strada. Il fine settimana iridato disputato in Arkansas dovrebbe portare l’UCI ad una netta revisione del proprio calendario invernale per non esporsi al rischio di assistere ancora in futuro alla sagra delle defezioni e ad una gara completamente diversa da quella che è stata, invece, la realtà della stagione ciclocrossistica.
Forse avrebbe vinto ugualmente Pidcock ma, aldilà di questo, resta la consapevolezza che a Fayetteville si è corso un mondiale di una specialità diversa dal ciclocross tradizionale.