Con la vittoria nella terza tappa del Giro 2022 (un digiuno durato 9 anni dalla corsa rosa), Mark Cavendish ha ottenuto la sua vittoria numero 160 nei professionisti, una storia iniziata nel lontano 2007, ben quindici anni fa. Il britannico entra a far parte nella top 5 dei corridori più vincenti di tutti i tempi, Mario Cipollini e Roger De Vlaeminck (161), Rik Van Looy (162). Eddy Merckx in prima posizione con 283 vittorie. Vista la sua secondo o terza giovinezza non ci sorprenderebbe se al termine di questo Giro possa mettere a segno altre perle e portarsi alle spalle del solo cannibale, totalmente inarrivabile.
Personaggio controverso, a volte burbero e indisponente, ma con un cuore d’oro, ha dato prova di avere un attaccamento maniacale al suo lavoro, ha vissuto diverse vite ciclistiche, passando anche attraverso un periodo di forte depressione nel 2018 “ Ero al buio durante quel periodo, ho combattuto molto contro la depressione, da un malessere fisico ne è scaturtio uno mentale; non riuscivo a trovare le giuste motivazioni e la condizione per competere così mi sono chiuso in me stesso” ( ai tempi faceva parte del Team dimension Data – per due anni 2019 e 2020 non ha ottenuto nessuna vittoria). Indelebile è anche il pianto spontaneo e liberatorio che ebbe dopo la Gand-Wevelgem 2020 in maglia Bahrain – Maclaren quando ormai era ad un passo dal ritiro dall’attività agonistica, solo in extremis riuscì a trovare un nuovo contratto per l’anno successivo con il ritorno ai belgi della Quick step, trampolino dell’attuale rilancio.
Ha abbracciato tutti i suoi compagni e il suo staff al termine della tappa vinta sul traguardo di Balantonfured, come a dire grazie a voi, con voi, per voi! Un abbraccio a chi gli ha dato quest’altra chance che sembra voler sfruttare il più a lungo possibile. Gli anni sono 36, ma la faccia è sempre quella del ragazzino monello che ha messo le mani nel barattolo della marmellata e come ha dichiarato lui: “ sono sempre io, lo stesso Mark di quindici anni fa”.