Sul traguardo di Cuneo, Arnaud Demare, il 30enne transalpino della Groupama FDJ firma la terza vittoria in questa edizione rosa, portando a otto il suo tabellino totale di successi al Giro d’Italia, Chi sono gli artefici della sue vittorie? chi si cela dietro di lui? Proviamo ad analizzare i benefici di cui è portatore il treno, ha ancora senso averne uno ai giorni nostri?
La concezione del treno, così come la definiamo oggigiorno è stato coniata negli anni 90, dal re leone; Mario Cipollini, che ne ha fatto una stile di vita e un modus operandi per il raggiungimento di tutti i suoi più conclamati successi, dello stesso pensiero a seguire abbiamo potuto godere del treno della Fassa Bortolo di Alessandro Petacchi. In gergo ciclistico per chi non fosse avvezzo del termine, si definisce treno: il predisporsi in lunga fila indiana di ciclisti della stessa formazione (a formare una sorta di locomotiva). Solitamente il team si allinea negli ultimissimi chilometri di gara, dopodichè uno uno dopo l’altro gli atleti si portano in testa per aumentare gradualmente la velocità e dare il cambio al compagno che ha svolto il lavoro prima di lui, fino a lanciare la volata al leader che sfruttando il picco di velocità raggiunto può esprimersi al meglio negli ultimi 200-250 metri.
In questa edizione rosa, abbiamo assistito a cinque arrivi a ranghi compatti; tre dei quali vinti da Arnaud Demare, uno da Mark Cavendish e uno da Alberto Dainese. La squadra francese sembra essere la più strutturata per la gestione e la predisposizione di un treno, tutti i suoi effettivi lavorano ad un unico obiettivo , portare il loro capitano a giocarsi le proprie chance di vittoria. Se Clement Davy e Attila Valter lavorano per tenere la corsa chiusa durante il corso della tappa, il treno finale è composto da Ignatas Konovalovas, Tobias Ludvigsson, Miles Scotson, Ramon Sinkeldam e Jacopo Guarnieri. Solitamente entra in azione negli ultimi 3-5 chilometri, gli ultimi tre uomini iniziano la loro routine giornaliera all’interno dell’ultimo chilometro, e il nostro Guarnieri funge da ultimo uomo a rete che alza la palla a Demare per la schiacciata finale.
Cosa fa di questo terno uno dei migliori al mondo?
La sinergia e la coesione che c’è tra questi ragazzi. Ormai sono da diversi anni che il team e questi atleti sopracitati lavorano tra loro per trovare i giusti automatismi e la sincronizzazione perfetta per costruire la volata migliore. Aggiungiamoci una predisposizione atletica e mentale focalizzata unicamente alle volate, la squadra ha potuto scegliere negli anni i migliori effettivi da affiancare a Demare, tra i più quotati passisti che farebbero gola a qualunque squadra del panorama ciclistico internazionale.
Gli altri team come gestiscono le proprie ruote veicoli a questo Giro d’Italia?
Mark Cavendish, ha il secondo miglior treno, non a caso è riuscito a vincere il primo arrivo a ranghi compatti di questa edizione, grazie soprattutto al lavoro dei suoni fidi apripista, che lo hanno pilotato alla perfezione a cogliere la sua vittoria n.160 in carriera (Davide Ballerini e Michael Morkov su tutti). Mancherebbero ancora un paio di uomini per arrivare a livello della FDJ, difatti nelle altre volate il britannico dell’isola di Man non è riuscito più ad esprimersi come preventivato.
Gli altri devono fare da soli?
Fernando Gaviria può contare su un unico uomo, l’esperto Max Richeze , Giacomo Nizzolo aveva (prima del ritiro) Rick Zabel, Simone Consonni su Davide Cimolai, Alberto Dainese su Cees Bol e il tedesco Phil Bauhaus completamente in solitaria.
Per rispondere al nostro quesito iniziale, ha ancora senso avere un treno ai giorni nostri?
Visto i risultati che sta raccogliendo la Groupama FDJ, possiamo affermare di sì. Potremmo dire quasi fondamentale, sono pochi i campioni attuali che possono permettersi di non averne uno o di sfruttare la locomotiva di qualche altro team (Sagan, Van Aert, Ewan, Jacobsen pochi altri). Dopo il periodo di Cipollini e Petacchi abbiamo avuto un momento di transizione, i treni sembravano essere passati di moda, i team focalizzavano gli effettivi solo per gli uomini di classifica, negli ultimi anni, invece, è tornato in auge e quello della Groupama e della Quick-Step sono da vero manuale. Ovviamente fatta la regola c’è sempre l’eccezione che la conferma, Alberto Daniese a Reggio Emilia in una volata caotica ha sfruttato l’effetto a sorpresa e si è imposto praticamente senza l’aiuto di nessun treno sfruttando le scie degli uomini che lo precedevano.
Ma su chi puntereste per l’arrivo in volata di Treviso? … ancora Demare?