Sono passati 24 giorni dalle prime rivelazioni apparse su ciclismoweb.net sugli Affari d’Irlanda della FCI (e ben 36 giorni dalla segnalazione dell’anomalia del verbale da parte di Norma Gimondi alla FCI) e oggi, finalmente, sulla Gazzetta dello Sport hanno preso forma le risposte che il Presidente Cordiano Dagnoni ha dato alle ormai famose cinque domande poste dalla rosea.
Cinque risposte che, inutile sottolinearlo, alla luce di quanto accaduto in queste settimane sono difficilmente accettabili e che, stenteranno a smorzare una polemica che da ieri ha visto scendere in campo anche i tesserati che compongono “la base” del ciclismo italiano. Ma andiamo con ordine.
1. GLI ERRORI SERVONO PER IMPARARE
“Gli errori servono per imparare e per crescere. Papà mi ha sempre detto che gli uomini forti ammettono gli errori”
Parte così il mea culpa del Presidente della FCI. Un conto è riconoscere e ammettere i propri errori (avrebbe forse dovuto farlo nel consiglio federale del 6 agosto) ben diverso è provare per settimane a nasconderli mistificando i fatti, cambiando le carte e minacciando querele e, solo dopo, quando di fronte all’evidenza dei fatti si è costretti, ammettere di aver sbagliato. Insomma, le scuse retroattive non hanno mai un buon odore…
2. ERRORE IRLANDA
“E’ stato un errore scegliere una società per fare questi pagamenti. Ma per noi, irlandese o francese o tedesca non cambia nulla, e pagare le provvigioni a una società o a quattro persone è lo stesso”.
Al Presidente qualcuno dovrebbe spiegare che no, non è la stessa cosa: le provvigioni, se dovute, vanno riconosciute alla persona o alla società incaricata, non a terzi nè, tantomeno, a società estere con sede in un paradiso fiscale.
3. ERRORE DI LINGUAGGIO
“Le mie parole sull’intermediario che magari fa il salumiere e non può fare la fattura? Stavo giocando a golf quando mi ha chiamato il giornalista. Ho semplificato, una battuta infelice”.
Un classico. Non poteva mancare la “semplificazione”. Eppure il Presidente sapeva di parlare con un giornalista e che quello era un punto fondamentale per chiarire la situazione. Magari due minuti di pausa dal green sarebbe stata utile. Che Presidente è uno che tratta gli affari della FCI con una mazza da golf in mano?
4. VERBALE ERRATO
“L’errore è quello di aver riferito i 106mila euro alla Reiwa, assolutamente si. Perchè non c’è mai stata una delibera firmata, mai niente”.
Ci risiamo. Il verbale è stato scritto per sbaglio, non abbiamo deliberato, non abbiamo speso un euro. Però i verbali non si scrivono per sbaglio e non si pongono in approvazione per errore. Il fatto che non ci sia stata la delibera e non ci sia stato il pagamento è solo merito di Norma Gimondi e di Ciclismoweb che hanno evidenziato questa anomalia. Altrimenti il 6 agosto si sarebbe approvato quel verbale “errato” e si sarebbe proceduto di conseguenza.
5. LE CORREZIONI DELL’ERRORE
“Nel consiglio federale di lunedì adotteremo azioni correttive per i verbali”
Siamo curiosi di conoscere queste azioni correttive… trattandosi di un verbale è sufficiente trascrivere quanto viene deciso in Consiglio. Cosa ci sarà mai da correggere?
6. ERRATO FARE UN VERBALE A DISTANZA
“Perchè l’errore è stato anche fare un verbale a distanza dalla data effettiva del Consiglio: il verbale sarà redatto entro le 48 ore successive, e se non è stato discusso un punto non può entrare nel verbale”.
Perchè fino ad oggi non era così? Fino ad oggi i Consiglieri si riunivano e poi il verbale veniva fatto a parte inserendo e togliendo delibere a piacimento degli uffici federali?
7. CAMBIARE IL VERBALE E’ STATO UN ERRORE
“Nel verbale si passa da un voto all’unanimtà a voto a maggioranza con quello contrario di Norma Gimondi. Cambiare il verbale è stato un errore”.
Davvero? E pensare che quando Ciclismoweb lo ha scritto la FCI ha minacciato di querelare giornale e giornalisti. Cambiare un verbale modificando la realtà dei fatti, signor Presidente, non è un errore ma un reato.
8. ERRORE COMBINATO
“Questo è avvenuto nel periodo dei 15 giorni di vacanza di Tolu. Anche se era in vacanza, cercava di essere attivo. Una distrazione, qualcosa, non so, ma era tutto infondato. Se vogliamo mettere una combinazione tra il funzionario e il segretario generale, uno ha sbagliato a scrivere il nome e l’altro non se n’è accorto”.
Com’era? Ah si: “Giovanotto, carta, calamaio, su… scriviamo”. “I fratelli Caponi, che siamo noi, apri una parente… Hai aperto la parente? Chiudila!”
Insomma ce li vediamo, il funzionario e il segretario, in stile Totò e Peppino, a scrivere e riscrivere sotto l’ombrellone quel verbale. Che ci scappi qualche errore è inevitabile…
Solo per puntiglio facciamo notare che si tratta della sesta o settima ricostruzione diversa data da Dagnoni rispetto a come sono andate le cose per quel verbale. Ora sono spuntate pure le vacanze di Tolu a colorire ulteriormente la vicenda…
9. MANDATO PER ERRORE
“Gli intermediari dicono che non hanno avuto una lettera di incarico o un contratto? Non è obbligatorio il mandato scritto, sono consentiti gli accordi verbali”
Volevamo informarvi che sulla base dell’accordo verbale con la FCI abbiamo venduto lo spazio principale della maglia azzurra. Ce lo scrivete “Ciclismoweb” sotto “Italia”? Poi in qualche modo ci mettiamo d’accordo…
10. AMADIO E L’INCREMENTO ERRATO
“Amadio si è occupato di incrementare le sponsorizzazioni di Enervit e Buzzati già in essere, e per lui sono previste le provvigioni sull’incremento di valore”.
Questo punto, alla luce di quanto chiarito subito da Enervit, è falso. Enervit infatti ha dichiarato pubblicamente: “di aver operato per il rinnovo del contratto esclusivamente con soggetti facenti capo alla Federazione Ciclistica Italiana senza l’ausilio di intermediari”. Quindi se anche Amadio avesse operato con Enervit lo avrebbe fatto in nome e per conto della FCI, non in qualità di intermediario. Per questo motivo non gli potrebbero essere riconosciute le relative provvigioni che ancora oggi il Presidente Dagnoni gli attribuisce.
11. AMADIO, DOPPIO INCARICO, NESSUN ERRORE
“Si questo incarico di procacciatore è compatibile con il suo ruolo di team manager: è un’attività extra per la quale è remunerato. Non vedo conflitto di interessi”.
Perchè non pagare Amadio solo come procacciatore di sponsorizzazioni viste le sue capacità e lasciare ai tecnici il proprio ruolo?
E poi, dove sta scritto quali sono i compiti di un team manager dal momento che questa figura è stata creata appositamente dal nuovo corso della FCI? C’è un mansionario da poter consultare?
12. ERRONEA SOLIDARIETA’
“Io e il segretario generale l’abbiamo seguita quando ha lasciato il Consiglio fino al parcheggio. La mia solidarietà subito”
Presidente, avrà pure scritto un messaggino. Ma nei comunicati ufficiali non sarebbe guastato ribadire pubblicamente la sua stima e la sua fiducia. Facile dirlo ora, dopo aver persino consentito alla pubblicazione del video “a difesa” di chi ha offeso la Vice-Presidente. Ancora una volta i fatti non collimano con il racconto del numero uno della FCI.
13. L’INTERVENTO ERRATO
“Eravamo riusciti a chiarire l’incomprensione e si è rovinato tutto per un intervento che poteva essere evitato (…) L’intervento di Crisafulli aveva modi troppo crudi”
Il Presidente e il Segretario Generale in Consiglio hanno il potere di togliere la parola ai consiglieri quando si rendono conto che si stiano travalicando i limiti della discussione civile. Perchè non l’hanno fatto? Perchè hanno lasciato che Crisafulli continuasse a parlare fino a quando Norma Gimondi non è uscita dalla sala?
14. NORMA ISOLATA… PER ERRORE
“Norma non è stata isolata, ho percepito un isolamento suo, da quando ha votato contro il bilancio di previsione”
Come avevamo fatto a non notarlo? E’ Norma a mettersi all’angolo da sola, è lei che prende le distanze e si isola. Non un Consiglio Federale che in silenzio consente che lei venga offesa.
15. BUGNO: UNA SVISTA, UN ERRORE
“Avevo parlato con Gianni Monti: ricordati di essere riconoscente in qualche modo con Bugno. Viene Bugno da me, gli dico “Monti non ha problemi a dividere la provvigione”. E lui: “Mi hanno consigliato di non far niente”. E poi è partito tutto il cinema. Doveva a venire a Roma per la conferenza stampa? No. Nessun tentativo di offrirgli dei soldi, è consigliato male”.
Presidente, è ancora sicuro che quello consigliato male sia Gianni Bugno?
E poi, se per Amadio sono previste le provvigioni perchè a Bugno doveva andare solo la riconoscenza di Gianni Monti? Ah, ok, sarà stato l’ennesimo errore.
Di fronte a tutti questi errori e a queste incongruenze ci sorgono due dubbi:
A) siamo sicuri che il sig. Dagnoni sia la persona adeguata a ricoprire il ruolo di Presidente? Se compie tutti questi errori forse non è adatto al ruolo affidatogli dal mondo del pedale italiano.
B) se per una semplice delibera di 106mila euro sono stati compiuti tutti questi errori forse è arrivato il momento di indagare anche su tutte le altre centinaia di delibere adottate dalla FCI. Chissà quanti altri errori potremo raccontare…
Queste le puntate precedenti della vicenda Affari d’Irlanda:
18 agosto 2022
ESCLUSIVO. La FCI e quei 106mila euro: affari d’Irlanda
18 agosto 2022
Affari d’Irlanda/2: la nota della FCI
23 agosto 2022
Affari d’Irlanda/3: errori, sviste e documenti. Come è andata realmente?
24 agosto 2022
Affari d’Irlanda/4. Enervit precisa: mai avuto contatti con Reiwa Management
24 agosto 2022
Affari d’Irlanda/5. FCI: nessun contratto di intermediazione per sponsor
25 agosto 2022
Affari d’Irlanda/6: la FCI viaggia in acqua agitate
27 agosto 2022
Puntata speciale. Affari d’Irlanda: la diretta dal Consiglio Federale
28 agosto 2022
Affari d’Irlanda/7: i tanti perchè e qualche ma…
31 agosto 2022
Puntata speciale. Affari d’Irlanda: la nota esplicativa della FCI
1 settembre 2022
Affari d’Irlanda/8: una pioggia, anzi, una tempesta di asini
9 settembre 2022
Affari d’Irlanda/9: le offese di Crisafulli, il video e il megafono…
10 settembre 2022
Affari d’Irlanda/10: FCI da commissariare, la Lega Ciclismo deposita la denuncia