Che la vicenda fosse ancora lontana dal potersi dire conclusa lo avevamo già anticipato ieri. Ma la decisione assunta dal Consiglio Federale della FCI conferma in maniera clamorosa la beffa che si era consumata poche ore prima nei confronti del Presidente Cordiano Dagnoni e del suo Consiglio.
MURO CONTRO MURO – La decisione, da parte del Consiglio Direttivo della Lega Ciclismo uscente, di fissare nuove elezioni metteva di fatto fuorigioco ogni decisione della FCI che, puntualmente, è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri ed è stata ufficializzata questa mattina con un comunicato.
Una scelta, quella assunta dal Consiglio Federale, che mette un timbro sul ritardo con cui, anche in questa occasione, si è mossa la FCI. Il Presidente Dagnoni avrebbe potuto accettare il guanto di sfida lanciato da Mauro Vegni, individuare le personalità da candidare per il nuovo direttivo, costruire attorno a loro il consenso e poi, con la legittimazione del voto dell’assemblea dare il via alla riforma della Lega Ciclismo. Per una volta la FCI avrebbe dato prova di efficienza e autorevolezza e, soprattutto, avrebbe dato subito una nuova direzione al professionismo italiano senza rinunciare ad introdurre le modifiche utili per rinnovare questo ente.
Invece no, si è scelto di operare “d’imperio” di continuare il “muro contro muro” e di mettere nelle mani dei commissari il futuro della Lega e del professionismo italiano.
MELIUS ABUNDARE – Vi è poi un altro aspetto che ha arricchito questo passaggio. La FCI ha commissariato la Lega Ciclismo, infatti, nominando non uno ma ben due commissari; melius abundare quam deficere recitavano gli antichi latini e, quando si parla di professionisti (intesi come avvocati non come atleti in bicicletta), la gestione Dagnoni ci ha abituato a non badare a spese. L’avv. Cesare Di Cintio e l’avv. Jacopo Tognon sono quindi i nuovi commissari della Lega Ciclismo che, come si legge nella nota ufficiale della FCI, hanno ricevuto “l’indirizzo di assolvere ai compiti gestionali della Lega e rivalutare tutte le mutate esigenze del mondo professionistico tenendo conto delle normative di riferimento e dei principi generali del CONI”.
TAR, NUOVE ELEZIONI E COMMISSARIAMENTO – Dunque, arrivati a questo punto, il primo atto della coppia Di Cintio-Tognon potrebbe essere quello di annullare l’indizione delle nuove elezioni per procedere secondo le direttive che arrivano dal Presidente della FCI. Si prenderà tempo, si riscriveranno le regole e forse le funzioni della stessa Lega Ciclismo oppure si arriverà alla sua liquidazione così come auspicato in tempi non sospetti dal Presidente Cordiano Dagnoni e dal suo vice Ruggero Cazzaniga.
Dietro l’angolo, però, c’è ancora il possibile ricorso al TAR da parte di Mauro Vegni e del Direttivo della Lega Ciclismo: un ricorso che potrebbe rimettere tutto nuovamente in discussione e con il quale, magari in via cautelare, proprio il Direttore del Giro d’Italia potrebbe chiedere che si proceda con le nuove elezioni già indette ritenendo quindi tardiva e superflua la doppia nomina dei Commissari.
Senza ricorso al Tar e senza le nuove elezioni, invece, il professionismo italiano finirà nuovamente nel limbo. In attesa di indicazioni dall’alto e con la speranza che almeno i due commissari non litighino tra di loro. Altrimenti chi commissarierà i commissari?