Con l’innesto “last minute” di Mark Cavendish che ha firmato un contratto stagionale con il team Kazako dell’Astana, le formazioni di tutto il mondo hanno chiuso i propri effettivi per il 2023. Scorrendo tra i dati dei team viene da chiedersi qual è il Paese meglio rappresentato nella categoria del World Tour?
I DATI – In cima alla classifica troviamo la Francia che svetta davanti a tutte e conta la bellezza di 80 corridori, facilitata dalla presenza di ben quattro squadre World Tour (AG2R, Cofidis, Groupama, Arkea) quest’ultima entrata da quest’anno nella serie A del ciclismo. Spulciando il numero di rappresentanti ci accorgiamo che le quattro squadre sommano addirittura 68 corridori. La Francia crea un solco pesante su tutto il resto delle nazioni, al secondo posto si inserisce il piccolo Belgio, che grazie alla sua cultura ciclistica iscrive 58 corridori nel World Tour. Pur con la retrocessione della Lotto-Destiny nelle Professional, il Belgio conta sempre tre squadre: la Alpecin (subentrata alla Lotto), l’Intermarche e la Soudal-Quick Step, il tris dei team porta 34 unità.
Sul terzo gradino del podio, troviamo l’Italia che si ferma a 50 corridori, fa specie che pur proseguendo nel trend negativo (nel 2022 eravamo in 53 e nel 2011 addirittura 76) riusciamo a mantenere la terza piazza, senza neppure avere una squadra nelle diciotto della categoria. Ipotizzando l’arrivo anche di un solo team di matrice italiana potremmo dar fastidio, o addirittura scalfire, i cugini francesi. Subito giù dal podio i Paesi Bassi che portano 42 ciclisti rappresentati per la maggior parte da Jumbo e DSM, dopodichè troviamo la Spagna che anche se presente con il marchio Movistar, porta “solo” 37 unità, la metà dei quali proprio del team di Unzue. Scorrendo la classifica ci sono tre nazioni quasi appaiate, con 31 ciclisti c’è il Regno Unito, la Germania con 29 e infine l’Australia con 27.
TEAM, NUMERI E FUTURO – Leggendo questi numeri, alcune considerazioni sono evidenti. La prima è davanti a noi, il numero di squadre appartenenti ad un paese influisce sul totale dei suoi rappresentati, l’investimento che le nazioni e gli sponsor fanno dovrebbe trovar risultato nella crescita dei propri giovani e per una questione numerica, maggiori saranno i potenziali campioni che si svilupperanno negli anni successivi. Fatta la regola l’eccezione è dietro l’angolo e in questo caso è proprio il nostro bel paese ad essere in deroga, pur contando uno zero sul numero di squadre, ha una schiera di uomini sparsa su quasi la totalità dei team stranieri, al momento però questo sparpaglio non sembra dare beneficio al nostro movimento, la regia centralizzata rimane ancora il metodo migliore per garantire continuità ad un progetto.
Non sempre però il numero maggiore di uomini equivale a performance più redditizie, se prendiamo proprio come esempio la prima in classifica, sono quasi quarant’anni che i francesi i non si impongono al Tour de France, mentre la minuscola Slovenia, che conta solo nove corridori totali ha in seno Tadej Pogacar vincitore di due Tour del France e Primoz Roglic con all’attivo tre Vuelta.