Siamo giunti al termine di un lungo segmento di appuntamenti che come ogni anno arricchiscono la primavera delle due ruote. Prima di voltare pagina e addentrarci nel sogno Rosa del Giro d’Italia è necessario approfondire alcuni temi che abbiamo vissuto durante questi ultimi mesi scoppiettanti, per farlo abbiamo deciso di svelarvi cinque verità inconfutabili.
Pogacar Incontrastabile, Van der Poel immortale: Sono loro due i Re della campagna del nord, mai vista così tanta qualità e agonismo, grazie a loro due il ciclismo sta tornando a vibrare di emozioni e far parlare di sé anche al di fuori dal nostro piccolo recinto. Lo sloveno e l’olandese non solo vincono, ma spettacolarizzano la scena e aggiungono alla storia qualcosa di immortale. Il Fiandre e la Sanremo 2023 sono state le due corse più emozionanti, conquistate con numeri d’alta scuola: Pogacar in Belgio si scrolla tutti di dosso sull’ultimo passaggio dell Oude Kwaremont per gettarsi in solitaria verso il traguardo, stessa sorte per l’Olandese che a ruoli invertiti scollina il Poggio con qualche secondo di vantaggio e arriva in parata a Sanremo. Non è finita qui perché Tadej fa 2/3 sulle Ardenne, conquistando Amstel e Freccia, mentre Mathieu con grande senso tattico annichilisce tutti anche sulle pietre delle Roubaix, massacrando psicologicamente e fisicamente i suoi diretti avversari. Dominatori assoluti della scena, la stagione del nord 2024 è distante solo pochi mesi.
La Jumbo fa la scarpetta delle classiche minori, mentre Van Aert non sa più vincere: in casa Jumbo hanno raccolto tanto in questa campagna, purtroppo però si sono dovuti accontentare delle classiche di serie B,al termine della stagione primaverile contano infatti sul proprio registro 5 vittorie, nell’ordine Omloop con Van Baarle, Kuurne-bruxelles-Kuurne con Benoot, E3-Classic con Van Aert Gand-Wevelgem e Dwars door Vlaanderen con Laporte. Un bilancio piu che positivo per i calabroni, anche se non lascia del tutto soddisfatti gli addetti ai lavori e i vertici del team, soprattutto per ciò che concerne la resa del loro leader Wout Van Aert, il quale negli scontri diretti con gli altri due fuoriclasse Pogacar e Van der Poel paga l’ennesima umiliazione. Il Belga ad eccezione della supremazia vista alla E3, negli appuntamenti clou sembra intimorito di fronte ai due giganti del pedale, peccato perché una grande classica è oggettivamente alla sua portata e meriterebbe di salire anche lui ogni tanto sul gradino più alto del podio
Record Frantumati: Ciò che abbiamo assistito in corsa non è stato solo entusiasmante ma anche supersonico, si perché sono stati abbattuti diversi record. Il Fiandre è stato il più veloce di sempre con una media finale di 44,083 km/h. Il precedente record era del 2001, quando Bortolami vinse alla media di 43,576 km/h. Quando Pogacar mette il turbo fa incetta di record, come lui il suo fraterno-antagonista Van der Poel che frantuma la scalata del Poggio, percorso in 5’38”. Una performance che polverizza il precedente record, 5’46”, fatto segnare da Giorgio Furlan nel 1994. Dietro di lui c’erano Fondriest-Jalabert che nel 1995 segnarono 5’49”.
La vecchia guardia verso quota 100: Sagan, Van Avermaet, Stybar, Alaphilippe; tutti straordinari atleti che fino a qualche stagione fa gioivano delle loro performance, oggi devono fare i conti con l’età che avanza e una condizione fisica non al livello dei loro più giovani colleghi. Sagan e con buona probabilità anche Van Avermaet hanno salutati tutti in questa ultima campagna di classiche, senza gloria e colpi di scena dell’ultimo minuto. Per lo slovacco ci si è messa pura la sfortuna, con la brutta caduta durante la fase centrale della Roubaix, fino a quel momento comunque era sempre rimasto coperto nelle retrovie, come miglior risultato conterà un 33° posto alla Kuurne, il Belga invece ha raccolto solo un 26° all’Amstel come miglior piazzamento. L’ex ciclocrossista Zdenek Stybar dal cambio di casacca e la conseguente leadership nel nuovo team Jayco Alula potevamo aspettarci qualcosa in più in termini di prestazioni, e invece anche sulle sue amate pietre ha deluso le aspettative, raccogliendo un magro 75° posto al Giro delle Fiandre. Contesto diverso per Alaphilippe, ancora nell’età d’oro, ma a causa di diversi problemi di salute ha saltato più della metà delle corse in programma, raccogliendo come miglior piazzamento un 11° posto alla Milano-Sanremo.
Cara Italia in fondo al tunnel c’è… Ganna: l’Italia è desiderosa di ritrovare l’uomo che ci consegnerà le più belle imprese nelle classiche, il belpaese inizia ad intravedere in fondo al buio dei nostri tempi una piccola luce di speranza che ha le sembianze di un ragazzo di 1 metro e 93 cm di Nome Filippo e di Cognome Ganna. Il portacolori della Ineos ha già polverizzato tutti i record nei velodromi e nelle prove contro le lancette, quest’anno ha deciso di asfaltare anche i monumenti a cielo aperto. Secondo posto alla Milano-Sanremo, con una gestione tattica quasi perfetta e una forza impressionante sul Poggio, si è difeso con un onorevole sesto posto alla Parigi-Roubaix, il ragazzo di Verbania ha solo sofferto l’inesperienza nei tratti di pietre, ma le gambe e la potenza non mancano per demolire ciò che gli si presenterà sotto i piedi. Un 2023 per prendere consapevolezza del proprio motore e delle proprie abilità in vista di un 2024 quanto mai decisivo.